Tomaso Montanari, la svolta dell'anti-Cav: "Sbagliato consegnarsi a Draghi
Tomaso Montanari è entrato nel dibattito sulla corsa al Quirinale. Da tempo si conosce il suo astio politico per Silvio Berlusconi, ma stavolta lo storico dell'arte trova un altro "nemico" politico, pur criticando fortemente il Cavaliere. "Per Partito democratico e Cinque Stelle l'esplicita candidatura di Silvio Berlusconi rappresenta un pericolo doppio: quello evidente della sua elezione (il cui rischio non va minimizzato), e quello che deriva dal desiderio di evitarla a ogni costo. In altre parole: il rischio di cadere dalla padella di B. nella brace di D. Perché se ci si chiede se per il Quirinale è peggio Berlusconi o peggio Mario Draghi, l'unica risposta possibile è quella celebre di Herzen: 'Sono peggio tutti e due'", scrive sulle colonne del Fatto Quotidiano.
" Draghi non sarebbe un male minore: sarebbe un male diverso, ma altrettanto letale. Innanzitutto, per come è stata costruita l'ascesa al Colle. E poi per le poche idee politiche che si conoscano: per esempio quelle espresse nella celebre lettera che firmò (da governatore della Banca d'Italia, insieme al presidente della Bce Trichet) nell'estate 2011, in cui si ingiungeva all'Italia di smantellare ciò che rimaneva ancora in piedi del progetto politico della Costituzione attraverso privatizzazioni selvagge di beni e servizi pubblici", ricorda sempre Montanari.
"E in questo anno da presidente del Consiglio, Mario Draghi ha dimostrato (dalla riforma fiscale, all'aver posposto le vite al Pil nel governo della pandemia) di essere sempre fermo a quelle idee. Se Berlusconi rappresenta l'anti-Costituzione fatta persona, Draghi rappresenta l'anti-Costituzione fatta ideologia: è vitale costruire in fretta una alternativa vera", conclude così Tomaso Montanari.