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Quirinale, Enrico Letta "elemosinava i voti da Berlusconi": il precedente storico che fa crollare il Pd

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All’indomani del vertice di centrodestra in cui Silvio Berlusconi ha di fatto ribadito agli alleati di credere di potersi giocare le sue carte per il Quirinale, soprattutto la Lega è parsa molto attiva in quest’ottica. Prima con Matteo Salvini, che ha mandato un messaggio alla sinistra e in particolare al Pd: “Se qualcuno vuole tirare per la giacchetta il presidente Sergio Mattarella manca di rispetto soprattutto a lui, che più volte ha ribadito l’indisponibilità a un secondo mandato”.

“Allo stesso modo - ha aggiunto il segretario della Lega - Mario Draghi è impegnato per affrontare l’emergenza sanitaria ed economica: ipotizzare per lui un altro ruolo è una mancanza di rispetto al premier e al Paese”. Insomma, Salvini ha rimarcato che per il Quirinale non vede né Draghi né un Mattarella bis. E a proposito del sostegno al Cav, che ovviamente non arriverà mai dal Pd, i capigruppo di Camera e Senato della Lega hanno rilasciato delle dichiarazioni che imbarazzano i dem.

“Per Enrico Letta oggi Berlusconi è un candidato divisivo per il Colle, ma nel 2013 l’attuale leader del Pd elemosinava i voti di Berlusconi - hanno ricordato Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo - salvo poi definirlo entusiasticamente ‘è un grande’ quando il Cavaliere assicurò la fiducia al governo Letta, anche se aveva un piede fuori da Palazzo Madama per effetto della Severino. È la solita doppia morale della sinistra, la stessa sinistra che aveva candidato Prodi capo dello Stato e che non ha mai mediato col centrodestra. Adesso chiede scelte condivise per il Quirinale perché non ha i numeri. Nessuna lezione, nessun veto”.

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