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Quirinale, "le incognite dell'operazione scoiattolo". Sorgi: perché rischia di saltare il governo

Marcello Sorgi  

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Sul successore di Sergio Mattarella regna il caos. L'operazione scoiattolo, scrive Marcello Sorgi nel suo editoriale su La Stampa, è piena di incognite. "Anche se lo hanno scelto per poi magari poterlo bocciare con più tranquillità con i franchi tiratori, né più né meno come accadde a Prodi nel 2013, acclamato all'unanimità la sera prima di essere affossato dai famosi 101 nel segreto dell'urna, l'indicazione di Berlusconi come candidato ufficiale del centrodestra anche da parte di Salvini e Meloni cambia molte cose alla vigilia delle votazioni per il Quirinale".

 

 

I due leader della Lega e di Fratelli d'Italia, prosegue Sorgi, avevano espresso "forti dubbi" sull'operazione scoiattolo, "l'iniziativa in corso da giorni e che dovrebbe assicurare al centrodestra, che ha la maggioranza relativa del corpo elettorale, 460 su 1008 senatori, deputati e rappresentanti delle regioni, i voti mancanti per arrivare all'elezione". Ma al momento, osserva l'editorialista, "l'obiettivo non è ancora raggiunto, lo stesso Sgarbi, 'telefonista' del Cavaliere, parla di lavori in corso, Berlusconi deve 'sciogliere la riserva' e questo spiega perché qualche dubbio (vedi Lupi) rimane e ci sarà un nuovo vertice la prossima settimana".

 

 

Ma appunto è il caos. "Se la candidatura di Berlusconi fosse confermata prima del 24, data d'inizio delle votazioni, la coalizione giallorossa avrebbe il problema di trovare una candidatura alternativa per il quarto scrutinio, previsto per il 27 con una maggioranza richiesta di 'soli' 504 voti. Anche Renzi ci sta lavorando: il nome che ha in testa è quello di Casini", conclude Sorgi. "Ma se davvero si andasse a una contrapposizione frontale, il primo a farne le spese sarebbe il governo: a prescindere dal fatto se Draghi possa rientrare in corsa, la spaccatura della maggioranza sarebbe esiziale".  

 

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