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Silvio Berlusconi pericolo per la democrazia? Basterebbe accendere la tv alle 20 e guardare il Tg5

Alessandro Sallusti
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Può fare davvero paura Silvio Berlusconi Presidente della Repubblica, davvero la democrazia italiana sarebbe a rischio con il Cavaliere sul Colle? Una risposta, banale ma concreta, la cogliamo dalla cronaca di oggi. Già, perché proprio oggi il Tg5 compie trent' anni e forse vale la pena di andare oltre ai doverosi auguri ai colleghi e ai complimenti per i prestigiosi traguardi raggiunti al suo direttore Clemente Mimun. Era il 13 gennaio del 1992 e fino al giorno prima l'unica fonte di informazione nazionale erano i Tg della Rai. Una informazione di Stato quindi, professionale fino a che si vuole ma comunque di Stato e lottizzata con il bilancino tra Dc, Pci e Psi. Poi, per volere di Silvio Berlusconi, arrivò il Tg5 affidato alle già esperte mani di un giovane Enrico Mentana e cadde il più odioso dei monopoli, quello dell'informazione. 

 

Non sta a me dare patenti, ma da frequentatore del ramo posso dire con certezza che il Tg5 non è stato mai fazioso - al massimo in qualche occasione simpatizzante come è nelle facoltà dei direttori- , mai una censura andata a segno agli avversari politici del suo editore, mai nulla insomma che in trent' anni potesse incrinare il rapporto di trasparenza e fiducia con i suoi telespettatori. Il compleanno del Tg5 è quindi un compleanno di libertà (tra le quali non essere necessariamente e per forza di sinistra), onestà ed equilibrio riconducibile certamente a chi ci ha lavorato ma anche al suo editore fondatore, i risultati di ascolto sono lì a dimostrarlo e i politici di ogni colore fanno a gara per esserci. Gli italiani si fidano del Tg5 come si fidano di Mondadori, il colosso editoriale acquisito da Berlusconi nel 1991 che oggi detiene da sola il 24 per cento della quota di mercato librario. 

 

In tanti anni mai un dubbio sulla sua indipendenza e terzietà rispetto all'agone politico, tanto che importanti esponenti politici e culturali della sinistra fanno a gara per essere pubblicati proprio da Mondadori. Insomma, pensare che Silvio Berlusconi al Quirinale sarebbe un presidente fazioso e di parte è voler leggere e rileggere la sua storia con occhi, quelli sì, faziosi. Basterebbe accendere la tv alle ore 20 su Canale 5 o entrare in una libreria Mondadori.

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