Massimo Cacciari: "Ho fatto 3 dosi di vaccino ma... Perché Draghi mente sul Covid"
Ha fatto la terza dose di vaccino anti Covid il filosofo Massimo Cacciari che da tempo critica la gestione della pandemia e delle vaccinazioni: "Io rispetto le leggi", ma il punto è "l’irrazionalità di questa situazione. La gente non vuole capire che questa idolatria della terza dose è infondata". "Non sono contro il vaccino. Sono contro questo modo di imporlo, sono contro l'obbligo a chi ha più' di 50 anni - spiega il filosofo in una intervista a La Stampa - Ci sarà un motivo se siamo l'unico Paese al mondo ad imporre l'obbligo vaccinale?". E poi "basta con le affermazioni false da parte del presidente del Consiglio"; secondo Cacciari "non è vero che il problema nasce dai non vaccinati. Il virus circola anche attraverso i vaccinati". Dire il contrario "è una falsita'".
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Dopo tutti gli obblighi "che ci siamo imposti in questi mesi, i dati ci mettono sullo stesso piano degli altri - sottolinea Cacciari - questo vuol dire che forse quegli obblighi non erano necessari". Cacciari si affida a scienziati come il professor Mariano Bizzarri "che mettono in guardia dai possibili effetti collaterali della terza dose. Gli inviti alla prudenza vengono anche dall'interno del Cts e da migliaia di scienziati europei. E ci sono segnali di un aumento di ricoveri in terapia intensiva di pazienti con la terza dose".
Detto questo, prosegue Cacciari, il governo ha il diritto di imporre l'obbligo, "lo prevede la legge, lo confermano le sentenze della Corte Costituzionale. Ma noi riteniamo che quell'obbligo sia sbagliato. Anzi che sia contro il principio di precauzione". Per quanto riguarda invece la corsa al Colle, il filosofo spera che i partiti riescano a trovare un nome "che sia di garanzia in un momento tanto complicato". Lui pensa che Marta Cartabia sarebbe "un'ottima soluzione" mentre Draghi "dovrebbe rimanere dov'e' oggi a guidare il governo con un presidente di garanzia com'e' oggi Mattarella". Chiedere invece un Mattarella bis "sarebbe come andare dal notaio a certificare che siamo un Paese cadavere".
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