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Vittorio Sgarbi "telefonista" per Silvio Berlusconi: "Questo è incerto, chiamiamolo". La telefonata per il Quirinale

Vittorio Sgarbi

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Vittorio Sgarbi sta facendo una serie di telefonate a caccia di grandi elettori per convincerli a votare Silvio Berlusconi per il Quirinale. Così seduto su un divano ad Arcore, riporta La Repubblica in un retroscena, chiama uno a uno gli indecisi: "Questo è incerto, Silvio, chiamiamolo". Quindi esegue: "Caro onorevole, ho qui accanto a me il presidente Berlusconi che vorrebbe salutarla". E dall'altro capo del telefono non si può che accettare. "Come sta?", chiede il Cavaliere. Così per una cinquantina di volte. Ad aver ricevuto la chiamata sono stati per lo più esponenti senza bandiera, come l'ex grillina Bianca Laura Granato no green pass, il leghista sardo anti pass Guido De Martini, oculista di Cagliari, che perciò è impossibilitato a venire a Roma il 24 gennaio.

 

 

Racconta Sgarbi: "Gli ho detto: dobbiamo chiamarli uno a uno, sono mille elettori, è come un piccolo paese, la campagna si fa porta a porta". E aggiunge: "L'effetto è psicologico, sono tutti lusingati". Certo arrivare a 505 voti alla quarta votazione non sarà facile. Ma Silvio Berlusconi ci vuole provare. A Montecitorio nessuno del Misto confessa che voterà per lui e nessuno pensa che il Cavaliere ce la farà. Ma Sgarbi si dice convinto che il novanta per cento dei grillini e del gruppo Misto non voterà mai per Draghi.

 

 

Secondo molti tra le fila della Lega e di Fratelli d'Italia alla fine si conteranno più franchi tiratori dei 101 di Prodi. Paragone non voterà Silvio: "A me Berlusconi non mi ha chiamato. Io, Carlo Martelli e Michele Giarrusso non lo voteremo mai. Qua stiamo ancora parlando di D'Alema e Berlusconi, mentre il Paese va a rotoli". "Noi sudtirolesi abbiamo alti livelli di moralità. Non capisco come qualcuno possa immaginare Berlusconi come capo dello Stato", dice la presidente del Gruppo delle Autonomie, Juliane Unterberger.

 

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