Quirinale, Matteo Salvini si smarca da Silvio Berlusconi: "Lega al governo anche senza Mario Draghi"
Matteo Salvini si smarca da Silvio Berlusconi. In una conferenza stampa a Montecitorio il leader della Lega, rispetto alla partita per il Quirinale, afferma: "Conto che il prossimo presidente del Consiglio sia Mario Draghi, che si continui a lavorare con lui. Per il Colle avrete il nome entro 15 giorni". E ancora: "Noi della Lega non abbiamo nessuna exit strategy, l'obiettivo è l'opposto: rafforzare il governo in un anno difficile per il paese. Il 2022 sarà un anno impegnativo, difficile, dobbiamo dire la verità agli italiani, la politica ci deve mettere la faccia". E, sottolinea Salvini, "noi ci siamo, contiamo che nessuno si tiri indietro, a prescindere da chi sarà il presidente del Consiglio. Poi secondo me la scelta più lineare è che continui a chiamarsi Mario Draghi il presidente del Consiglio, perché ha ben lavorato e contiamo che possa continuare a ben lavorare. Però la nostra proposta vale a prescindere da come si chiami il premier".
Una sostanziale presa di distanza da Berlusconi che aveva non solo confermato di voler andare al Quirinale ma aveva anche espresso dei dubbi sulla eventualità che Draghi possa essere eletto al Colle e che senza di lui al governo Forza Italia uscirebbe. "La sua elezione significherebbe elezioni anticipate, voto subito. Forza Italia non si sente vincolata a sostenere alcun governo senza Draghi a Palazzo Chigi e, nel caso, uscirebbe dalla maggioranza". Cosa che invece non farà la Lega se dovesse presentarsi questa circostanza.
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Salvini ha poi rinnovato la sua proposta sull'ingresso dei segretari di partito nel governo: "Sono orgoglioso del contributo della Lega a questo governo ma essendo un anno complicato socialmente, economicamente e sanitariamente, o c’è un governo ai massimi livelli o il governo avrà navigazione complicata. Non parlo di me stesso, io non mi sottraggo alle responsabilità. Ho letto tante ricostruzioni. È una mia proposta, non ho sentito ancora né Conte, né Letta, né altri leader di partito".