Giuseppe Conte si tradisce da solo? Il vizietto, "cosa spunta nel suo ufficio": un dettaglio clamoroso
Giuseppe Conte è tornato a parlare ad un programma Rai, dopo la decisione dello scorso novembre di disertare l'informazione della tv di Stato a seguito delle nomine che avevano penalizzato, secondo l'ex premier, il Movimento Cinquestelle. Conte ha parlato a Report, la trasmissione d'inchiesta di Rai Tre. Il leader grillino era stato chiamato per rispondere alle accuse fatte a Luca Di Donna, amico di Giuseppe Conte, sul caso delle mascherine. Ma il suo intervento , sui social, è passato sotto silenzio e qualcuno si è concentrato sugli oggetti e l'arredamento del suo studio.
"In quel momento e in quel contesto un presidente del Consiglio deve occuparsi del sistema paese. Ho sempre detto di seguire con la massima responsabilità" la situazione, ha spiegato Conte a Report. "Ogni tanto veniva fuori che qualche fornitura veniva pagata eccessivamente", ha detto, rispetto alla "competizione internazionale" sulle protezioni dal virus, nella prima fase del Covid che fu "molto complicata". "Fu molto complicato e chiesi" all'intelligence di dislocare personale alla protezione civile per evitare che ci fossero "truffe", ha raccontato Conte ai microfoni della trasmissione di Sigfrido Ranucci.
Ma il fatto che ha colpito molti utenti social, in particolare il giornalista Marco Castelnuovo direttore di Corriere Torino, è un particolare della location dello studio di Conte. Una sorta di mobile che, secondo Castelnuovo, sarebbe altro: "Ma cos'ha nello studio? La cantinetta dei vini?", ha commentato il giornalista. Conte, a Report, ha anche spiegato i fatti che lo coinvolgono quando era premier: "Mi sono imposto il massimo rigore e non so nulla da allora della sua attività professionale", ha precisato riferendosi a Di Donna. E sull'ipotesi che abbia usato "il mio nome", "sarebbe totalmente illegittimo", ha detto. "Non l'ho mai ricevuto a Chigi e non so nulla sulla sua attività professionale" ha spiegato sul suo rapporto con l'avvocato Di Donna, che, indagato, secondo l'ipotesi di accusa, avrebbe speso il nome dell'ex presidente del Consiglio per fare affari. Ma alla fine sui social c'è stata la gara a capire cosa potesse contenere quel mobile.