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Mario Draghi: "Quirinale? Non rispondo ad alcuna domanda". Un silenzio esplosivo: cosa significa. Poi la bordata ai no-vax

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L'attesissima conferenza stampa di Mario Draghi, di fatto, si risolve nel giro di pochi secondi. L'incontro era stato convocato per presentare il pacchetto di norme anti-Covid varato lo scorso mercoledì, quello con cui è stato introdotto il vaccino obbligatorio per gli over-50 (un ritardo di giorni nel presentare le nuove leggi all'Italia costato al premier diverse critiche). Ma la conferenza stampa era anche molto attesa perché si vociferava circa possibili prese di posizione di Draghi sulla corsa al Quirinale.

Ma già in premessa, ai saluti, dopo aver augurato buon anno, il presidente del Consiglio ha detto chiaro e tondo: "Non risponderò ad alcuna domanda che riguarda gli immediati sviluppi politici". Frase accompagnata da un eloquente gesto della mano e frase in cui si è premurato di non dire né Colle né Quirinale. Ma il riferimento era clamorosamente evidente.

Insomma, smentito chi sosteneva che potesse annunciare un passo indietro, o lasciar trapelare le sue indiscrezioni. E provando ad interpretare le parole di Draghi, si comprende come, al contrario, il messaggio potrebbe essere chiarissimo: il premier resta in pista, eccome, nella corsa quirinalizia. Altrimenti avrebbe potuto dire l'esatto opposto. O lasciarlo intendere tra le righe. Una non-presa di posizione destinata a fare molto rumore, soprattutto dopo i molti appelli arrivati da partiti di maggioranza - Lega e Forza Italia in primis - a rinunciare alla candidatura.

Parlando dell'emergenza Covid, il premier ha puntato il dito in modo durissimo contro i no-vax: "La circolazione del virus mette di nuovo sotto pressione i nostri ospedali in particolare per l'effetto della popolazione non vaccinata", ha detto chiaro e tondo dopo aver ricordato come "siamo stati tra i primi ad adottare l'obbligo vaccinale per tutta una serie di categorie". E ancora, Draghi ha spiegato che l'obbligo è stato introdotto "sulla base dei dati, essenzialmente, che ci dicono che chi ha più di 50 anni corre maggiori rischi, le terapie intensive sono occupate per i due terzi dai non vaccinati". 

Dunque un riferimento a una delle polemiche più aspre degli ultimi giorni, ossia la scelta di riaprire le scuole con lezioni in presenza: "Il governo ha la priorità che la scuola stia aperta in presenza. Basta vedere gli effetti della diseguaglianza tra gli studenti causati dalla Dad per convincersi che questo sistema scolastico provoca delle diseguaglianze destinate a durare, che si riflettono su tutto il futuro della loro vita lavorativa, anche sul futuro lavorativo e salariale", ha puntualizzato Draghi.

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