Quirinale, Mario Draghi e le voci-choc: "Rinuncia pubblica. Forse già tra pochi minuti"
Mario Draghi potrebbe rinunciare alla corsa per il Quirinale. A svelare la novità, anche se il premier non ha mai ufficializzato la sua candidatura alla presidenza della Repubblica, Augusto Minzolini. Tra le motivazioni l'emergenza Covid che non dà tregua e la crisi economica. Secondo il direttore del Giornale sarebbero questi i timori che il premier avrebbe condiviso con alcuni tra i ministri più fidati.
"Dovrebbe essere una rinuncia pubblica - si legge - addirittura nella conferenza stampa di oggi o in settimana. Una rinuncia da padre della Patria accompagnata dall'intento di concentrarsi sull'attività di governo senza distrazioni e da un appello ai partiti affinché individuino una soluzione unitaria. Sarebbe un'uscita da manuale, impeccabile". La politica però insegna che le sorprese sono dietro l'angolo. Se l'ex numero uno della Bce dovesse realmente rinunciare al Colle, ci prenderebbe il posto di Sergio Mattarella?
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In questo caso le ipotesi sul tavolo del governo sarebbero due: "Una banale, ovvia, senza ambizioni, da quieto vivere", la descrive Minzolini riportando la necessità di "individuare una personalità di compromesso, con una mediazione politica al ribasso. Magari un personaggio con l'attitudine ad interpretare il ruolo del camaleonte, che assume colori cangianti al momento del bisogno, che abbia fatto il premier di governi diversi e che abbia dimostrato una capacità di galleggiamento tra la Prima e la Seconda Repubblica". L'identikit di questa figura potrebbe assumere facilmente i tratti di Giuliano Amato, l'uomo da giorni sulla bocca di tutti. Oltre a questa ipotesi, c'è poi quella di una personalità ben più ambiziosa: "Candidati di parte che poi diventano presidenti di tutti". E chissà che dopo i capi di Stato della sinistra, non ne arrivi uno di destra.