Luca Zaia contro Mario Draghi: "Una grande finta riapertura". Perché l'Italia rischia il collasso
Un appello molto sentito quello che Luca Zaia ha rivolto al premier Mario Draghi, la cui conferenza stampa sulla presentazione delle nuove misure anti-Covid è attesa per domani, lunedì 10 gennaio. Il presidente del Veneto chiede al presidente del Consiglio di rivedere la decisione sull'apertura delle scuole: "Non cerco la rissa", ha detto a Repubblica. Poi ha aggiunto: "Tutti noi vogliamo tenere aperta la scuola, ma non ci sono le condizioni. Ci chiedono di svuotare il mare con il secchio. Il secchio non perde acqua, ma ha una capacità limitata".
Zaia ha anche chiesto l'intervento degli esperti: "Si esprima il Comitato tecnico scientifico, non può non farlo su richiesta delle Regioni". E ancora: "La comunità scientifica deve pronunciarsi. Non abbiamo bisogno di lezioni nei talk show, ma di avere una presa di posizione ufficiale. Faccio un ultimo appello al premier su questo". Secondo Zaia, infatti, "un rinvio di 15 giorni non vuol dire perdere il campionato". Insomma, un piccolo sacrificio adesso per non trovarsi ancora in più in difficoltà nei prossimi giorni: "Da lunedì avremo un sacco di classi in Dad, orari ridotti, ci trascineremo per una settimana e poi probabilmente si dovrà intervenire".
Il governatore ha spiegato che la scuola non deve essere un capro espiatorio, ma è anche vero che "l’incidenza tra i ragazzi è più che tripla rispetto agli adulti e la scuola comunque rappresenta un luogo di assembramento". Dunque la ripartenza di domani, secondo Zaia, sarà solo temporanea. A tal proposito ha detto: "Assisteremo a una grande finta riapertura".
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