Sergio Mattarella, l'indiscrezione-choc: "Pare che tra i 7 graziati un mese fa...". Possibile?
Poche righe, ma una "tonnellata di sospetti" sul Quirinale. Secondo Mauro Ferroni, nella sua rubrica Veleni in piazza sul Tempo, "c’è chi sostiene che tra i graziati dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella ci sarebbero anche dei no-vax".
"Possibile?", si chiede malizioso citando non meglio precisati "spifferi dal Colle". Certo, sarebbe una beffa bella e buona per un Capo dello Stato che ha impostato il suo discorso di fine anno, appena una settimana fa, sul ringraziamento al coraggio e allo spirito di sacrificio degli italiani, che hanno accettato la sfida del vaccino per uscire dalla pandemia. "I vaccini - tuonava la sera di San Silvestro - ci consegnano uno straordinario strumento contro il virus. Sprecare l'opportunità di vaccinarsi è un'offesa a chi questa opportunità non ce l'ha o non l'ha avuta", riferendosi alle vittime del virus nel 2020. Parole pesantissime e inequivocabili, che gli hanno fatto guadagnare l'appellativo affettuoso di "Presidente dei vaccinati".
Impossibile sapere chi dei sette graziati dal presidente un mese fa sia pro o contro i vaccini, anche se vista la trasversalità (politica, economica, sociale e generazionale) delle posizioni no vax, e per il calcolo delle probabilità, l'ipotesi non deve stupire più di tanto. Mattarella aveva accolto la richiesta di grazia per Michele Strano, 53 anni, condannato a 6 anni e 2 mesi per omicidio volontario commesso nel 2012 nel corso di una rapina ai suoi danni nella quale era rimasto ucciso anche suo fratello.
Stessa sorte per Carlo Garrone, 80enne condannato a 14 anni per aver ucciso la sorella "in contesto di grave disagio", il coetaneo Heinrich Sebas Oberleteir, il terrorista attivo in Alto Adige tra 1966 e 1967 e condannato all'ergastolo. Graziati anche Francesco Domino, 49enne che stava scontando 3 anni e 9 mesi per bancarotta fraudolenta (pena ridotta di 10 mesi), Giuseppe Minisgallo (condannato per delitti associativi, graziato per quanto riguarda l'interdizione perpetua dai pubblici uffici), Bruno Cosimo, condannato per guida in stato di ebbrezza, e Cristina Langella (si era rifiutata di fornire alle forze dell'ordine le indicazioni sulla propria identità personale).