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Roberto Calderoli manda Berlusconi al Quirinale: "Datemi retta". Chi farà eleggere il Cav (e cadere Draghi)
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Ha già tutto chiaro in testa, Roberto Calderoli, e pure sul pallottoliere. Mandare Silvio Berlusconi al Quirinale è possibile, non solo fanta-politica. Basta seguire le poche e semplici regole dettate dal senatore leghista, vero e proprio re delle strategie parlamentari, ormai riconosciuto anche dal campo avverso. Chi cerca un "kingmaker", insomma, deve per forza tenerlo d'occhio.
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"Se il presidente viene eletto entro le prime quattro votazioni sarà un uomo, se si va alla quinta potrebbe toccare ad una donna", confida Calderoli al Corriere della Sera. Non fa identikit, ma dall'alto della sua esperienza (in Parlamento dal 1992, ha eletto cinque presidenti, Scalfaro, Ciampi, due volte Napolitano e Mattarella) i nomi probabilmente già gli frullano in testa. Di sicuro, quello del Cav. "L'elezione entro i primi tre scrutini, con la maggioranza dei due terzi, ha il 30% di possibilità. Al quarto o quinto scrutinio si sale al 70%".
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A parole, l'obiettivo di tutti è quello di trovare un candidato il più possibile condiviso. "Si continua a parlare di Mattarella bis e di Draghi ma, con il massimo rispetto che tutti dobbiamo alle loro figure, è mai possibile che un Paese come il nostro non sappia trovare un'altra candidatura altrettanto degna? Se la risposta è negativa, tante vale che arrivi il commissariamento".
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Finora, l'unico candidato certo sembra Berlusconi. "Numeri alla mano, le possibilità ci sono tutte. Mi bastano 430 voti. Il resto arriva". A pendere dalla parte del Cav saranno, spiega il leghista, "i non ricandidatili, quelli che non hanno chance per il taglio dei parlamentari e per il calo del consenso del proprio partito, penso in particolare a M5S e Pd". Un imprevedibile soccorso rosso al leader azzurro, che in cambio garantirebbe la fine naturale della legislatura nel 2023. Con quasi inevitabile conseguenza: l'addio di Draghi a Palazzo Chigi.
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