C'è chi trema, dopo il discorso di Mario Draghi della vigilia, il discorso di Natale in cui de facto e per la prima volta il premier ha confermato le sue ambizioni quirinalizie. Ovvio, non può mica dire chiaro e tondo "mi candido al Quirinale", ma il succo delle sue parole è stato proprio questo. In primis il riferimento a "chiunque ci sarà" a Palazzo Chigi, quasi dando per scontato il suo trasloco. Dunque quando Draghi ha ricordato - e in effetti non è semplicissimo smentirlo - che difficilmente un governo potrebbe andare avanti se la eterogenea maggioranza si spaccasse sull'elezione del presidente della Repubblica. E il sottotesto di Draghi è: l'unico su cui non vi spaccherete sono io.
Vaccino, Mario Draghi sconfessa Roberto Speranza: "La priorità è la terza dose"
Anche Mario Draghi ha de facto sconfessato Roberto Speranza, dopo che Matteo Renzi ha invitato il ministro a “dars...Chi trema, insomma? Forse qualche piccolo tremore ha colpito Silvio Berlusconi, l'altro nome in campo nella corsa al Colle. Ma il Cav ha spalle larghe, esperienza da vendere e consapevolezza. Chi trema davvero, ora, è Roberto Speranza, il ministro della Salute "highlander", sopravvissuto a scandali e gestione scadente dell'emergenza pandemica. E Speranza non trema soltanto perché Draghi, anche in questo caso tra le righe, ne ha criticato alcune recenti prese di posizioni ricordando, a differenza del ministro, che contro il Covid ora l'unica priorità è la campagna vaccinale con la terza dose. Già, Speranza ora trema anche perché teme di perdere il posto di ministro.
Il punto è che l'infinita "resistenza" di Roberto Speranza sarebbe dovuta a un fattore, su tutti: Sergio Mattarella, il presidente della Repubblica che per ragioni a tratti poco chiare nutre molta fiducia nel ministro della Salute, tanto da essersi speso - stando ai rumors - per una sua riconferma nel governo Draghi. E se con Draghi in campo il bis di Mattarella - più volte escluso dal diretto interessato - si fa ancor più lontano, è chiaro che quel tipo di "protezione" decadrebbe. E ancora, lo stesso Draghi comunque avrebbe difeso e fatto quadrato più volte attorno all'esponente di Leu: chiaro che se andasse al Colle, per quanto tutt'altro che ininfluente, avrebbe meno possibilità di fare quadrato attorno a Speranza (anche in considerazione dell'uscita di scena di Mattarella).
Insomma, il "sistema di protezione" di cui ha potuto godere a lungo Roberto Speranza sembra essere sul punto di sgretolarsi, di evaporare (esclusa un improbabile conferma dello status-quo: Draghi a Palazzo Chigi e Mattarella al Quirinale). E insomma, il conto alla rovescia potrebbe essere ufficialmente iniziato: addio a Speranza ministro?