Quirinale, lo sfogo di Silvio Berlusconi: "Se mancano 115 voti faccio saltare il centrodestra". Il fantasma di Romano Prodi
"Non voglio fare la fine di Romano Prodi". Aleggia il sospetto ad Arcore. Silvio Berlusconi è agitato, Matteo Salvini e Giorgia Meloni non stanno giocando in modo trasparente la partitati per il Quirinale. E il Cavaliere rafforza i suoi dubbi ogni giorno che passa. La fiducia negli alleati è ai minimi storici, riporta La Repubblica in un retroscena.
Non gli è piaciuta poi ieri 17 dicembre, quella frase pronunciata dal leader della Lega a Palermo, quando a margine del processo Open Arms, ha detto chiaramente: "Non dico che dobbiamo scegliere uno dei nostri, ma proviamo a fare la scelta più condivisa possibile". Parole pesantissime che secondo il presidente di Forza Italia, confermano i suoi sospetti. Dichiarazioni che seguono quelle di Giorgia Meloni ("Berlusconi è una ipotesi seria, ma servono i numeri") e il veto di Enrico Letta ai leader di partito. In questo scenario anche Gianni Letta non gli è di conforto convinto anche lui che il segretario del Pd stia trattando proprio con i leader di Lega e Fratelli d'Italia per neutralizzare Berlusconi.
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Ma questo doppio gioco degli alleati, se fosse vero, porterebbe alla rottura nel centrodestra. "Se alla prova del voto mi mancheranno quindici voti vorrà dire che mi sono giocato la mia partita - è il ragionamento di Berlusconi - Ma se me ne mancheranno centoquindici, allora vorrà dire che sono venuti meno ai patti i nostri alleati. E per me il centrodestra sarebbe finito lì". Il sospetto è sui franchi tiratori. Una "trasposizione berlusconiana" dei 101 che impallinarono Romano Prodi.