Marco Travaglio, il sospetto di Dagospia: "Questa lettera dal carcere se l'è scritta da solo?", imbarazzo al Fatto
Dagospia punzecchia Marco Travaglio e prende spunto da una lettera inviata al "Fatto quotidiano" da un misterioso detenuto "Michael" dove si scrive una lode al giornale diretto da Travaglio: “Anche noi carcerati da qui acquistiamo il Fatto tutti i giorni, unico baluardo di verità e giustizia, e spesso la sera parliamo degli articoli e degli interessanti approfondimenti”.
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Dagospia scherza e ironizza sulla scena surreale, "in una cella striminzita, tra la puzza di piedi e un lezzo di latrina, i detenuti adagiati sulle brandine, discettano pensosamente dell'ultimo editoriale di Travaglio, del nuovo guizzo di Luttazzi, dell'imperdibile affondo di Padellaro. Una sorta di gruppo masochistico di autocoscienza che si guadagna il Purgatorio scartabellando il "Fatto".. Un passaggio è messo sotto accusa, quando il lettore scrive: "Io personalmente sono sempre stato più giustizialista che garantista e grande estimatore del dottor Davigo, perciò non voglio che questa nostra lettera sia strumentalizzata dal "partito anti-giudici": sia chiaro che il motivo per cui siamo qui è colpa nostra, non la cattiveria dei giudici”, riporta Dagospia.
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Dopo tanti complimenti arrica la risposta di Marco Travaglio in modalità auto-assolutoria: “La lettera spazza via tutte le scemenze sul "Fatto" manettaro, nemico del garantismo e dei diritti dei detenuti…”. Così Dagospia si chiede, "a questo punto, la domandina sorge spontanea: il detenuto che verga l'allucinante missiva è “stra-Fatto” o Marcolino si scrive le lettere e si risponde, manco fosse Carlo Rossella su “Chi”? Ah, saperlo…", conclude il sito diretto da Roberto D'Agostino.