Giuseppe Conte e la Cina, i veri colpevoli del Covid: le malefatte che hanno condannato l'Italia
Siamo al terzo inverno di pandemia e, in questa tempesta mondiale che fa migliaia di morti e grandi danni economici, fino a destabilizzare le istituzioni democratiche, nessuno parla più del suo luogo di origine, la Cina. La pandemia ci è già costata quanto una guerra persa, in termini di vite umane e di ricchezza distrutta, e ancora non si capisce quando e come ne usciremo. Ma della misteriosa origine del virus, degli errori e delle bugie delle autorità comuniste nella prima fase - quando la pandemia poteva ancora essere contenuta e il regime perseguitò chi lanciò l'allarme- sembra che tutti abbiano paura di parlare, perché la Cina è una superpotenza molto suscettibile e il "partito cinese" allunga la sua influentissima ombra sulle società occidentali (basti vedere l'isolamento internazionale del Dalai Lama). L'Organizzazione Mondiale della Sanità, che non è riuscita ad ottenere una vera collaborazione delle autorità comuniste di Pechino per accertare l'origine del virus, a Wuhan, continua a usare verso quel regime ogni riguardo, tanto che - seguendo come di consueto l'alfabeto greco - ha deciso per la prima volta di saltare la lettera "Xi" e chiamare la nuova variante "Omicron", perché - hanno detto - "Xi" è un cognome diffuso in qualche Paese. In effetti il presidente cinese si chiama Xi Jinping e devono aver temuto di urtare proprio lui. Guai a chiamare con il suo nome una variante del Covid. Guai ad associare la Cina al Covid.
UN PERICOLO PER TUTTI
Dagli Usa il senatore repubblicano Ted Cruz ha commentato: «Se l'Oms ha così paura del Partito comunista cinese come possiamo pensare che denunceranno (i cinesi) la prossima volta che cercheranno di coprire una pandemia globale catastrofica?». Peraltro la Cina, ormai in corsa per il primato planetario, rappresenta un pericolo per la sua politica imperiale. Lo dimostra ciò che ha fatto del Tibet nei decenni scorsi, quello che sta facendo di Hong Kong oggi e quello che minaccia di fare di Taiwan. Giustamente Federico Rampini, con il suo libro "Fermare Pechino: Capire la Cina per salvare l'Occidente" (Mondadori) si è ripromesso di raccontare la «faccia della Cina troppo nascosta e inquietante, che l'élite occidentale ha deciso di non vedere». Tutti gli spiriti critici che abbondano anche in Italia sembra non siano minimamente interessati all'origine della catastrofe pandemica. Da mesi tutte le polemiche sono contro il vaccino e il Green Pass, cioè contro i due strumenti che ci stanno permettendo di contenere la tragedia (e forse di uscirne). Nessun interesse (e nessuna manifestazione) per le cause che l'hanno scatenata. Se si ripensa al dibattito pubblico di quest' anno si noterà che da quando è arrivato il vaccino, a gennaio 2021, è esplosa la demonizzazione del suddetto vaccino ed è stata spazzata via anche ogni polemica sulla disastrosa gestione dell'emergenza del 2020, da parte del governo Conte bis. Eppure di errori l'esecutivo giallorosso ne ha fatti, come su queste colonne abbiamo scritto per mesi. Non solo nella prima fase, ma anche nella seconda, quella autunno-inverno, che è stata ancora più tragica della prima. Lo ha ben documentato, nel gennaio 2021, il libro di Luca Ricolfi, "La notte delle ninfee. Come si malgoverna un'epidemia" (La nave di Teseo).
DESTRA E VACCINI
L'irrazionale demonizzazione del vaccino e del Green Pass ha spazzato via tutte queste giuste critiche e ha monopolizzato il dibattito. Cosa che non doveva accadere. Soprattutto il centrodestra avrebbe dovuto evitare che accadesse. Lega e Forza Italia hanno fatto bene a prendersi la responsabilità di portare l'Italia fuori dalla catastrofe aderendo al governo Draghi. Ma non hanno azzeccato la narrazione. A loro sarebbe stato (e sarebbe tuttora) facile mostrare che con il governo giallorosso Conte2 l'Italia era fra i Paesi più devastati dal Covid-19 (per numero di morti e per danni economici), mentre con il governo Draghi, che il centrodestra ha voluto, l'Italia è il Paese che ha la ripresa economica più forte e quello che in Europa contrasta meglio la pandemia, tanto da far esclamare alla cancelliera tedesca Merkel «magari fossimo nella situazione dell'Italia». C'è stato un rovesciamento totale. Il governo Draghi è stato decisivo sia per realizzare la campagna vaccinale che, col precedente esecutivo, era ingolfata nelle primule, sia per riscrivere di sana pianta il Pnrr in modo che non fosse bocciato, come stava accadendo per quello del Conte 2 considerato a Bruxelles «quasi una presa in giro». Inoltre con il GP - inventato per scongiurare un altro lockdown - l'Italia ha "insegnato" la strada a tutta l'Europa. Infine la legge di bilancio, per una volta, ha preso la strada dell'alleggerimento fiscale (sia pure minimo). Questa era la narrazione giusta per far capire la situazione, ridare speranza al Paese e disinnescare la polemica novax.