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Mario Draghi al Quirinale, "la doppia reggenza". Palazzo Chigi, scenario mai verificato prima
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Se Draghi fosse eletto capo dello Stato sarebbe uno scenario senza precedenti, perché un trasloco diretto da Palazzo Chigi al Quirinale non si è mai verificato. L'ex numero uno della Bce è più che disponibile a tentare la scalata al Colle. Sarebbe difficile per i partiti non appoggiare un profilo forte e autorevole come il suo. Preoccupa lo scenario successivo, quello di un governo dopo Draghi. Dal quale si chiamerebbe quasi certamente fuori la Lega. Un esecutivo debole e che dal primo giorno sarebbe sotto l'attacco incrociato di Carroccio e Fratelli d'Italia.
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Cìè quindi un costante lavoro tra gli uffici del Quirinale e Montecitorio per capire come gestire quello che sarebbe uno scenario senza precedenti. Una strada, scrive il Giornale, prevede che Draghi salga al Colle per dimettersi da premier. A quel punto in caso di «impedimento» del presidente del Consiglio c'è la supplenza del ministro più anziano, con Brunetta che assumerebbe il ruolo di premier reggente. Potremmo così avere Brunetta premier reggente e Casellati capo dello Stato reggente, se tutto avvenisse prima del 3 febbraio.
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Se tutto avvenisse invece dopo il 3 febbraio, sarebbe prorogato Mattarella. A quel punto "la reggenza di Brunetta durerebbe poche ore e - proprio in nome di un'intesa sottoscritta da tutti- potrebbe essere direttamente Mattarella a incaricare un nuovo premier, svincolando così Draghi che a quel punto non avrebbe più alcun impedimento. Per molti saranno solo sofismi costituzionali. Ma è su questo che si ragiona da giorni al Quirinale, a Montecitorio e, ovviamente, a Palazzo Chigi", scrive il Giornale. Possibili scenari per il dopo Mattarella che prevedono molte alchimie politiche e accordi tra i vari partiti.
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