Renato Brunetta, il retroscena sul premier ombra: "Scelta sbagliata", come ha corretto Draghi in CdM
Mario Draghi alla fine ha ceduto e dopo il braccio di ferro dei suoi ministri sul contributo di solidarietà ha cassato la misura. Pare che a convincerlo, secondo quanto riportano alcune fonti azzurre al Corriere della sera, sia stato Renato Brunetta. Il ministro forzista si sarebbe preso un quarto d'ora per fare a pezzi il contributo di solidarietà: "Sarebbe una scelta sbagliata e iniqua, perché non abbiamo una mappa dell'impatto della pandemia sui redditi". Dopo questa frase il presidente del Consiglio avrebbe annuito e sarebbe quindi tornato sui suoi passi.
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Tant'è. Il Cdm è stato molto teso e lo stesso Draghi si sarebbe detto "insoddisfatto". Al di là infatti dello scontro sulla presunta "patrimoniale occulta" che il centrodestra ora si bea di aver sventato, quello che lo ha infastidito è che il governo, a partire dal Tesoro, ha mostrato una falla sul piano del metodo. Quando poi il premier ha provato a rimediare, ha trovato la contrarietà di quasi tutti i partiti, Lega, Forza Italia, Italia viva e anche M5S, che lo hanno costretto così a una retromarcia sulla sterilizzazione dell'Irpef alla fascia di reddito sopra i 75 mila euro che aveva proposto per andare incontro ai sindacati.
Soltanto l'ala sinistra si era schierata infatti a favore della misura con Orlando, Speranza, Guerra, Misiani. La Bonetti di Italia Viva aveva ascoltato perplessa e aveva lasciato a Marattin il compito di motivare il no di Iv. Il M5S si era diviso con Patuanelli possibilista e Castelli contraria. Poi era insorto compatto il centrodestra contro quella che Brunetta, Gelmini e Carfagna hanno sempre ritenuto una patrimoniale occulta. Infine le parole di Brunetta sulla "scelta sbagliata" e la resa di Draghi. Ormai è sempre più evidente che se Draghi dovesse salire al Quirinale, a Palazzo Chigi andrà proprio il ministro Brunetta, e non solo per anzianità. Ormai è il premier ombra di questo governo.