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Pd, la doppia morale: appoggia il "re dei sovranisti". Compagni da ridere: sapete chi è quest'uomo?

Antonio Rapisarda
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La doppia morale della sinistra si sa - ha le gambe cortissime. Al secondo passo, di solito, si scopre già il trucco: ossia che la morale, a maggior ragione se ha a che fare con l'antifascismo, vale solo quando fa comodo alla sinistra stessa. Un esempio paradigmatico è quello che sta andando in scena- anzi nel retroscena- dell'elezione per il prossimo presidente della Provincia di Pavia. Che cosa si sono messi in testa di fare Pd e soci? Di sostenere, sotto sotto, il candidato frondista espressione della Lega più sovranista che esiste sulla piazza: quella che fa capo all'eurodeputato Angelo Ciocca. Proprio lui: uno dei protagonisti, suo malgrado, dell'inchiesta di Fanpage sulla fantomatica "Lobby nera". Ma andiamo con ordine. Il 18 dicembre sono previste le elezioni per la presidenza della Provincia pavese.

 

Gli schieramenti di partenza registrano qualche turbolenza nella coalizione stra-favorita, quella del centrodestra, che si presenterà divisa con due candidature: quella ufficiale (condivisa da Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia) a sostegno di Giovanni Palli, sindaco di Varzi, e un'altra frutto della scelta di alcuni sindaci del Carroccio che hanno deciso di appoggiare invece il sindaco di Marzano, Angelo Bargiggia. In tutto questo che cosa fa il Pd? Sulla carta ha deciso di presentare un proprio candidato, Alessandro Zocca, sindaco di San Martino Siccomario. In realtà è nient' altro che una proposta di bandiera. Ad ammetterlo, con onestà, è stato lo stesso Zocca: «Si gioca non per vincere, ma per costruire». Il motivo è nei numeri di questa elezione di secondo livello: il Pd, in tutto il Pavese, può contare su non più di settanta consiglieri comunali. Un bottino così magro da far risultare complicato persino raccogliere le firme per sostenere la candidatura di Zocca (ne servono circa 320 e vanno raccolte entro domani). 

 

Che cosa si sta muovendo in realtà? Il gioco di diverse correnti del Pd, come confermato a Libero da fonti autorevoli del luogo, sarebbe tutt' altro: approfittare della spaccatura in atto nel centrodestra. Come? Cercando di tirare la volata a Bargiggia: proprio il candidato vicinissimo a Ciocca. Parliamo, con quest' ultimo, dell'eurodeputato celebre già prima delle telecamere nascoste di Fanpage (e dei suoi presunti, da lui smentiti più volte, legami con il "Barone nero" Jonghi Lavarini) per le ferree posizioni che esprime: sua, fra i tanti episodi, la scarpa usata per calpestare platealmente le carte dell'allora commissario europeo agli Affari economici Moscovici, quando bocciò la manovra del governo giallo-verde; e suo pure il lancio del cioccolato turco all'interno dell'Europarlamento per protesta contro l'azione militare di Erdogan al confine con la Siria. Insomma, parliamo non di un leghista moderato, "giorgettiano", ma di un sovranista tutto d'un pezzo. 

Una dinamica, questa di considerare il gruppo di Ciocca "pericoloso" o "alleabile" in base alla convenienza, che viene commentata per quello che è da chi conosce bene la sinistra del luogo: «Pd e soci si stracciano le vesti davanti alle telecamere di Formigli, urlano al fascismo e poi cosa fanno? Siccome il Pd non ha alcuna speranza di vincere a Pavia, approfittano della divisione del centrodestra "spingendo" l'esponente vicino a Ciocca?». Tutto questo con la speranza di poter affossare il centrodestra: «Alla faccia della morale». Che infatti si chiama doppia faccia...

 

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