Emmanuel Macron da Mattarella, "ma non è lui quello...". Frase "rubata" su Di Maio, grillino umiliato al Quirinale
Come si cambia, per non morire, cantava Fiorella Mannoia. Parole che calzano a pennello per Luigi Di Maio, ministro degli Esteri che da "barricadero" del Movimento 5 Stelle si è trasformato nel giro appena di due anni in volto istituzionale dell'ex partito rivoluzionario. La smania di carriera dell'ex "bibitaro del San Paolo", come sprezzantemente lo definiscono i suoi nemici politici. lo ha portato alla Farnesina senza avere alcuna esperienza nel campo della politica estera. Anzi, ad essere maliziosi, l'unica "trasferta" degna di nota è stata quella del 2019, quando insieme all'allora sodale e compagno di strada Alessandro Di Battista fece visita ai Gilet gialli che in quelle settimane stavano mettendo a ferro e fuoco la Francia, puntando dritti all'assedio armato dell'Eliseo.
A Emmanuel Macron, presente nei giorni scorsi a Roma per siglare lo storico "Patto del Quirinale" con Mario Draghi e Sergio Mattarella, probabilmente sarà venuto in mente quel momento, con un misto di incredulità e imbarazzo (per il ministro grillino). Al Colle, visto il ruolo politico attuale, è salito anche Di Maio, che nelle foto di rappresentanza appare ultra-sorridente alle spalle dei veri protagonisti della scena, un po' "perso" a pochi passi dai Corazzieri.
E Osho, immancabile, commenta quello scatto in maniera impagabile, con (finto) scambio di frasi rubate tra Mattarella e Macron. "Ma quello lì dietro non è quello che annava a trovà i Gilet gialli quanno me volevano fa fuori?", domanda il presidente francese al Capo dello Stato, con un cenno verso Di Maio. Risposta ferale di Mattarella: "Eh sì vabbé, pure a me me voleva fa l'impeachment... Poi co' 'na poltrona l'amo reso inoffensivo". Dal sogno americano, al sogno italiano: basta poco, a parte un bel po' di pelo sullo stomaco.