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Enrico Letta "folgorato" dal modello tedesco su cannabis, ecologia e voto ai sedicenni

Pietro Di Leo
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Joe Biden è acqua quasi passata, tra indici di gradimento bassissimi, la Virginia perduta ed un appeal di leadership già andato a farsi benedire. Allora ecco che il Pd nostrano, sempre alla ricerca di amori stranieri, si fa abbagliare dal "semaforo tedesco". E il nuovo cancelliere Olaf Scholz, diventato "modello", di coalizione e di programma, per una sinistra tricolore mai stata in grado di crearne uno, da che esiste il bipolarismo in poi. «Più si guarda al dettaglio e maggiore è l'interesse con il quale guardare alle innovazioni della nuova coalizione che guiderà la Germania con Olaf Scholz», twitta Enrico Letta, per dare il saluto romano (nel senso di "benvenuto" dalla Capitale) a questa nuova coalizione formata da socialdemocratici, liberali e verdi.

 

 

E certo, a Berlino, gli ingredienti ci stanno tutti, o quasi, per far sorridere il Segretario dem e i suoi compagni di viaggio. Scritti nero su bianco in quel contratto di governo che segna l'avvio di una esperienza nata dopo due mesi circa di sofferta gestazione. C'è la legalizzazione della cannabis, ad esempio. Il contratto parla di «distribuzione controllata agli adulti a scopo ricreativo, in negozi autorizzati». Il centrosinistra italiano è convergente su un obiettivo analogo, per quanto non nel cammino per raggiungerlo, dividendosi tra referendari e quanti vogliono un percorso esclusivamente parlamentare. Poi c'è l'abbassamento del diritto di voto a 16 anni, che è anche una delle fantastiche idee di Letta lanciate alla genesi della sua segreteria. E poco importa se qui da noi la disoccupazione giovanile è il secondo tasso più alto nell'Eurozona e si insegna solo debolissimamente educazione civica. Il faro teutonico illuminerà.

 

 

Poi c'è il capitolo verde. In Italia, una forza ecologista è sparita da anni, ma sono gli obiettivi "green" che, in queste ore, mandano in sollucchero gli esponenti del Nazareno. Tra cui l'eliminazione graduale dell'utilizzo del carbone entro il 2030, l'aumento del trasporto merci su ferrovie del 25%, 15 milioni di auto elettriche in più e il 15% di elettricità derivante da rinnovabili, sempre per il 2030. Qualche problema, semmai, viene dal giallo. Perché se nell'ipotesi "campo largo" è difficile acchiapparlo (non vale la scorciatoia del M5S, loro sono gialli ma non liberali), va ancora peggio con il programma. Sì, perché a Berlino il loro leader ha ottenuto il ministero delle Finanze. Per quel che ci riguarda, il contratto contempla, su questa materia, l'ostilità a margini di flessibilità nel patto di stabilità europeo. Perché i liberali, in Germania, sono rigoristi assai. Vallo a spiegare a chi è innamorato. 

 

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