Enrico Letta da Draghi, il retroscena sull'incontro: fine del governo vicina? Che cosa ci nascondono
Non è una novità che Enrico Letta si incontri con il premier Mario Draghi ma ieri mattina 25 novembre, scrive Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera, "qualcosa deve essere successo", come hanno spifferato i sindaci del Pd che in Campidoglio hanno partecipato all'assemblea indetta dal segretario dem. Del resto Letta ha detto: "C'è bisogno di un Pd unito per quando finirà la stagione Draghi. Una fase positiva che però a un certo punto terminerà". Quindi la "chiamata alle armi; "Quando Draghi smetterà di guidare il governo il Pd dovrà farsi trovare pronto ad assumersi le proprie responsabilità".
Insomma, gli amministratori locali hanno ben capito che Letta è pronto all'eventualità che Draghi salga al Quirinale. Se così dovesse essere il Pd darà il suo appoggio "e poi si attrezzerà per l'eventuale voto". E se la situazione precipitasse, se fosse dunque impossibile fare un altro governo con una maggioranza come quella attuale, i dem saranno sul pezzo.
Ufficialmente Letta si è recato a Palazzo Chigi per parlare dell'"episodio inaccettabile" di settimana scorsa, quando sono passati due emendamenti al ddl Capienze, che erano state bocciate da governo, con i voti del centrodestra e di Italia viva: "È accaduto anche altre volte che una parte della maggioranza si opponesse al governo, ma così non si può andare avanti", ha commentato Letta con una forte preoccupazione non rispecchiata però in Draghi.
Ma ad interessare i sindaci è proprio l'eventualità di elezioni anticipate. Ad un certo punto, riferisce la Meli nel suo retroscena, nella sala è calato il gelo dopo che Letta ha detto: "Oggi io sono il coach e ho il compito sgradevole e faticoso di fare le sostituzioni, anche se in squadra c'è uno che si chiama Ronaldo e serve maggiore freschezza in campo".