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Mattia Santori e Sardine, la foto che segna la loro fine: una rovinosa umiliazione a Marzabotto

Al. B.
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Anche la sinistra si è stufata delle sardine. In occasione del secondo anniversario della prima manifestazione (quando, nel novembre 2019, riempirono a sorpresa piazza Maggiore, a Bologna) i pesciolini hanno tenuto il loro congresso a Marzabotto. Le migliaia di acciughe che avevano manifestato contro la Lega, però, si sono ridotte a circa un'ottantina. 

 

E l'evento è stato sostanzialmente ignorato pure dalla stampa progressista, un tempo molto attenta a tutto quello che si muoveva da quelle parti. Alla fine, sulla pagina Facebook del gruppo, sono comparse solamente una fotografia dei partecipanti (tutti con mascherina, va detto) e un comunicato ufficiale. «Si è conclusa l'assemblea nazionale delle sardine», si legge. «Siamo ripartiti da Marzabotto, dalle radici dell'antifascismo. Siamo ripartiti dal dialogo e dalla consapevolezza che non esiste comunità politica senza condivisione e pluralismo. Siamo ripartiti da noi che viviamo in tante parti d'Italia, che abbiamo età, storie e provenienze politiche diverse, ma che nelle difficoltà abbiamo sempre trovato il modo di restare vicini». 

 

Poi, il gran finale: «Da domani inizia un nuovo percorso che nei prossimi giorni vi racconteremo. Viva la Resistenza! Viva la sardinitudine!». In attesa delle nuove sfide che sono pronti a lanciare, Mattia Santori e i suoi amici non devono però rimanerci male per essere stati snobbati dai compagni. Anche i pesciolini, come l'antifascismo a cui si sono richiamati nel comunicato, torneranno sicuramente buoni alla prossima campagna elettorale...

 

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