Roberto Speranza ha paura dei no vax. Retroscena: Covid e vaccini, così il ministro condanna l'Italia
Guardi quello che succede in Austria e tiri un sospiro di sollievo. Gli austriaci domani vanno in lockdown per 20 giorni. Tutti, vaccinati e non. Noi invece possiamo continuare a girare serenamente. Bar, ristoranti, cinema, discoteche, stadi... Possiamo vivere. E questo grazie al fatto che l'85% degli italiani ha fatto due dosi. E grazie al Green pass, perché comunque i non immunizzati si tamponano continuamente per, appunto, vivere come gli altri. Però il Friuli Venezia Giulia sta per andare in giallo e le proiezioni dicono che aumenteranno i pazienti in terapia intensiva, nonché i morti. E allora il sospiro di sollievo si trasforma in rabbia.
Per vari motivi: 1) Ad agosto, proprio su Libero, vedendo quello che stava accadendo in Israele- dove aumentavano contagi e ricoveri e il governo era ricorso alla terza dose - chiedevamo al governo di predisporre un piano per le terze dosi. Ma all'epoca gente come Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione sanitaria al ministero della Salute, sosteneva che la durata del vaccino restava un nodo da sciogliere e che bisognava «astenersi dal solito dibattito fra pro e contro, iniziando a programmare gli eventuali richiami, da effettuare in maniera graduale, sulla base delle necessità e delle evidenze scientifiche». 2) In realtà, già in estate, numerosi studi internazionali sostenevano che la protezione vaccinale è intorno ai 9 mesi. Ieri l'Istituto superiore della Sanità ha sentenziato che l'efficacia dell'antidoto cala progressivamente, scendendo dopo oltre sei mesi dalla somministrazione dal 79% al 55% nella protezione dall'infezione. Giù anche la protezione da malattia severa, che rimane comunque elevata: al 95% prima dei sei mesi, all'82% dopo. Abbiamo perso tempo, insomma.
DISCUSSIONI INUTILI - 3) Invece di programmare una macchina da guerra, come in primavera, per vaccinare con la terza dose la gente, si è discusso per mesi sulla bontà del Green pass. Giusto, non giusto, migliorabile, severo... Colpa dei politici. Ma anche dell'esecutivo che prima dava il certificato verde con una dose, poi con due. Prima durava 9 mesi, poi 12. Fregandosene della scienza, a quanto pare. Israele però dimostrava come bisognava fare, così come il Regno Unito. Niente, si è continuati a crogiolarsi su quanto è bravo Figliuolo, ed effettivamente lo è, e quanto è bravo il governo. Prevenzione? Zero. E le responsabilità non possono che essere addebitate al titolare della Sanità, ovvero il ministro Roberto Speranza. Per settimane governatori come Luca Zaia, protagonista assoluto nella lotta al Covid, chiedeva all'esecutivo un cenno, una direttiva, un provvedimento per accelerare con le terze dosi. Niente. Così le persone con la terza dose addizionale sono 648.126, il 72,38 per cento della popolazione potenziale, mentre le persone oggetto di dose "booster" sono 3.207.647, il 62,51 per cento di chi ha almeno ultimato il ciclo vaccinale da sei mesi. Siamo indietro. 4) Stiamo tornando dunque a temere chiusure. Zone colorate. Incubi. Ingiustizie nei confronti dell'85% della popolazione con più di 12 anni. Roberto Burioni, ieri su Twitter, era abbastanza netto: «Abbiamo solo due modi per difenderci efficacemente dalla diffusione del virus: il vaccino o il lockdown. È compito della politica (e non della scienza!) decidere quale dei due usare. Se la politica tentenna e non decide, decide il virus. Ed è lockdown, come in Austria». E Giovanni Toti, presidente della Liguria, insisteva: «Il Covid cresce, grazie ai vaccini meno di quanto non facesse nelle precedenti ondate, ma continua ad aumentare. Gli ospedali oggi sono ancora molto al di sotto del livello di guardia, ma non possiamo star lì a guardare per intervenire poi, brutalmente, chiudendo tutto per tutti. Le famiglie e le imprese devono avere la certezza assoluta che il Paese non richiuderà né a Natale, né a Capodanno, né mai e che, soprattutto, nessuna attività sarà più penalizzata. Per questo motivo chiedo al Governo di Muoversi».
"Finiremo in lockdown, come l'Austria". Speranza dorme, Burioni horror: "Non c'è alternativa"
LE COLPE - 5) Nei prossimi giorni Draghi e Speranza dovranno decidere come cambiare il Green pass, se imitare la Germania (che rilascia il certificato solo a vaccinati o guariti) o l'Austria, che imporrà l'obbligo vaccinale dall'1 febbraio ma che intanto mette anche i vaccinati in lockdown. In ogni caso pare che dare valore ai tamponi non sia più sufficiente. E il governo dovrà dare un dispiacere ai milioni, ancora, di No vax. O si faranno l'iniezione o dovranno rimanere a casa, durante l'inverno. Ecco lo scoglio, politico e non scientifico. Nessun partito vuole mettere la firma sull'esclusione dalla vita pubblica di milioni di potenziali elettori. Da destra a sinistra. Però più si perde tempo, più si perderanno elettori, e tanti, ovvero la stragrande maggioranza degli italiani che si sono vaccinati e che sono stufi di parole, pareri, dibattiti. Se torneranno le chiusure sarà colpa dei politici, non del virus. Quello si sa ormai come fermarlo.