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Gianluigi Paragone sfida Mario Draghi: "Perché dovete chiudere in casa noi no vax"

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Il governo pensa all'ipotesi "lockdown per non vaccinati". Una scelta dettata dall'aumento dei contagi da coronavirus, ma che per Gianluigi Paragone rappresenta un alibi. "Visto che ne parlano in tanti, più per spaventare che per reale fattibilità, vi sfido e dico: mettete noi non vaccinati in lockdown. Un mese di stop. Non in tutta Italia ma solo in qualche provincia più a rischio. E poi scopriamo le carte". Il tutto però a delle condizioni: "Piena retribuzione (non c'è obbligo vaccinale quindi non ci può essere alcun taglio remunerativo) - scrive il senatore del Gruppo Misto sulle colonne del Tempo -  i bambini della scuola dell'obbligo vengono accompagnati a scuola e riportati a casa con mezzi pagati dall'amministrazione comunale (il genitore scenderà con mascherina ffp2), riduzione delle tasse visto che vi stiamo facendo un favore. E poi, last but not least, piena trasparenza sui dati: nessun segreto, nessuna copertura, nessuna interpretazione dei dati".

 

 

Secondo Paragone "la paura di dover incrociare i dati senza avere più alibi e scuse li assale esattamente come sanno che l'obbligatorietà vaccinale come regola non la possono approvare". A detta dell'ex grillino quella di scaricare le colpe sui No vax altro non è che una scusa. "La realtà con cui fare i conti, oggi - prosegue - ci dice che i vaccinati della prima fase (quindi sanitari e soggetti più deboli) stanno andando in giro privi di copertura perché l'efficacia ha perso di intensità ma nessuno gliel'ha detto".

 

 

Da qui la domanda sulla differenza esistente tra un vaccinato "che privo di copertura e di protezione va in giro credendo di essere immunizzato", e un non vaccinato "(perché la legge glielo consente) negativo a un tampone ogni 48 ore". Eppure - è la sua riflessione - "in televisione e sui giornali è lui l'irresponsabile, l'untore e il mostro da uccidere". 

 

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