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Mario Draghi, la telefonata a Giuseppe Conte sulle nomine Rai: retroscena, come si arriva al ko grillino

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Ha provato a mediare, Mario Draghi, ma la telefonata con Giuseppe Conte per "chiarire" sul mancato coinvolgimento del Movimento 5 Stelle sulle nomine Rai è finita male. Dopo il colloquio con il premier, infatti, il suo predecessore e oggi leader grillino ha annunciato urbi et orbi l'autoesilio dei 5 Stelle dalla tv pubblica. Non senza, peraltro, scatenare le rimostranze della fronda interna che ha etichettato brutalmente la scelta del capo come "suicidio politico". 

 

 

 

 



Preambolo: le poltrone dei tg Rai fanno gola a tutti i partiti, e infatti Draghi ha trascorso l'ultima notte, spiega un retroscena della Stampa, a valutare tutti gli incastri con i leader e i vertici di viale Mazzini. Il premier vuole chiudere la partita, Conte chiede ufficialmente di "sacrificare" Monica Maggioni per il ruolo di direttore del Tg1. Draghi però va per la sua strada e la giornata si conclude con "l'Aventino" di Conte, riunito in Senato con i ministri, i capigruppo e i componenti 5 stelle della commissione di Vigilanza Rai. "Le logiche che da tempo guidano il servizio pubblico non ci sono mai piaciute. Si chiama lottizzazione politica - denuncia l'ex premier -. Anche noi ci siamo ritrovati prigionieri di questo sistema che abbiamo denunciato molte volte, ma non abbiamo numeri sufficienti per modificarlo". E in assenza dei numeri, avevano pensato bene di adeguarsi piazzando nomi a loro assai graditi.

 

 

 

 

 



La telefonata tra Draghi e Conte, spiega sempre il quotidiano torinese diretto da Massimo Giannini, lascia intravedere "possibili scenari sul Quirinale e nei rapporti di forza tra il premier e i leader". Dal cuore dei 5 Stelle filtrano dettagli sul discorso di Giuseppe a Palazzo Madama: "Draghi ha preferito forzare", mentre il nuovo amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes viene accusato di "essersi sottratto a qualsiasi confronto nelle sede istituzionali", ascoltando tutti i partiti tranne il Movimento. "Chiediamo che ruolo abbia giocato in tutto questo il governo", è la domanda affidata ai microfoni da Conte, un vero e proprio siluro su Palazzo Chigi.

Secondo le indiscrezioni delle ultime settimane, lo schema di Draghi era noto a tutti i leader: "Al Tg1 una donna - scrive la Stampa -, con un profilo più istituzionale, non vincolato ai partiti, il Tg2 al centrodestra, il Tg3 al centrosinistra". I 5 stelle però considerano la Maggioni troppo vicina a Matteo Renzi, proprio come Mario Orfeo. Peraltro, il Tg1 fino a ieri era diretto da Giuseppe Carboni, considerato molto vicino ai 5 Stelle. Uno "scippo" doppio. 

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