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Otto e Mezzo, Giannini demolito due volte da Matteo Renzi: la foto dell'assegno? "Non solo la prova dei soldi"

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Massimo Giannini è stato sbugiardato pubblicamente da Matteo Renzi. "Stasera (ieri 12 novembre, ndr) a Otto e mezzo ha mentito spudoratamente. Ecco la prova con lettera e risarcimento a Carrai. Ma soprattutto la prova che il processo mediatico contro Renzi è costruito su menzogne e livore", attacca Luciano Nobili in un post pubblicato sul suo profilo Twitter. "E per questa figuraccia non basterà una lettera di scuse", conclude il deputato di Italia viva. 

 

 

Ma facciamo un passo indietro. Durante il talk di Lilli Gruber, Renzi chiede al direttore de La Stampa: "Non ha mai pagato Marco Carrai per non venire querelato?". E promette: "Domani controllo". Giannini aveva smentito categoricamente di essere mai stato condannato per diffamazione nei confronti di Renzi e del suo stretto collaboratore Carrai, e quando il leader di Italia Viva gli chiede di un eventuale contenzioso chiuso in via preliminare, il direttore replica: "Non mi risulta, non me lo ricordo". 

 

 

Quindi Renzi gli rinfresca la memoria e in tempo reale pubblica su Twitter la prova. Si tratta di una comunicazione firmata dallo stesso Giannini, che afferma: "Con riferimento all'articolo dal titolo 'Il groviglio armonioso del salvataggio Mps' apparso su La Repubblica del 22 ottobre 2016, desidero rappresentarle che non ho inteso offendere la sua reputazione professionale e personale. Mi auguro che la presente valga a risolvere ogni possibile malinteso e la saluto cordialmente". In allegato, la copia di un assegno da 3mila euro intestato a Marco Carrai a titolo di risarcimento. "Ecco la prova che Giannini mente", scrive Renzi. O forse ha pagato a sua insaputa?

 

 

 

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