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Mattia Santori? Ecco che fine (terribile) ha fatto dopo le elezioni: come si è ridotta la Sardina che strizza l'occhio al Pd

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La novità delle Sardine di Mattia Santori, in piazza contro la Lega di Matteo Salvini, si è smontata già da un po' di tempo. L'obiettivo all'inizio era quello di dare voce a giovani interessati alla politica e desiderosi di dire la loro. L'iniziativa era nata sui social e aveva mobilitato migliaia di ragazzi, attirati dal fatto che quel movimento non aveva etichette né legami particolari con nessun partito politico.

 

 

 

Da quel momento in poi, come ricorda Carlo Valentini su Italia Oggi, il leader delle Sardine è stato invitato spesso in tv. Durante i vari talk, inoltre, ogni volta che si insinuava un rapporto dietro le quinte con i dem, ci si scandalizzava e si negava in maniera decisa qualsiasi sospetto di quel tipo. "Se vogliamo che la politica si rinnovi e si rigeneri abbiamo bisogno di forze nuove", diceva il leader. Peccato che le cose poi siano andate in maniera leggermente diversa.

 

 

 

L'avventura delle Sardine, infatti, si è conclusa con la candidatura di Santori alle amministrative di Bologna col Pd, con un assessorato come premio in palio (salvo poi restare fuori dalla partita di nomine). Molti di quelli che lo avevano sostenuto non hanno condiviso la sua scelta, preferendo così abbandonare la nave. A quanto pare non è bastata questa giustificazione: "Si apre una fase nuova. Perché c'è un tempo per arginare e un tempo per costruire. Vi diranno che siamo schiavi del Pd, che gettiamo la maschera, che ci vendiamo per un posto in giunta. In realtà hanno paura perché qualcuno alle dinamiche da prima Repubblica preferisce rimboccarsi le maniche e offrirsi alla politica".

 

 

 

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