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Roberto Speranza, il retroscena di Marcello Sorgi: "Aveva aspettative diverse sul vaccino"

Roberto Speranza  

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Crescono anche in Italia i contagi da coronavirus e probabilmente quando arriverà il freddo vero ci sarà una vera e propria impennata. Una eventualità che i no vax potrebbero cavalcare per sostenere con più forza l'inefficacia dei vaccini anti-Covid. "Con l'inverno che non è ancora entrato nella sua fase più fredda, ciò che potrebbe ulteriormente aumentare l'aggressività del virus, e con il popolo dei vaccinati che aveva cominciato ad allentare le maggiori precauzioni (mascherina al chiuso e distanziamento)", avverte Marcello Sorgi nel suo editoriale su La Stampa, "il rischio di ritrovarsi con una nuova impennata di contaminazioni è concreto. E altrettanto la possibilità che i no vax possano tentare di approfittarne per intensificare le loro proteste, negando l'efficacia dei vaccini. Ecco perché l'iniziativa di Speranza, un modo anche di mettere le mani avanti". 

 

 

Il ministro della Salute, infatti, sta accelerando sulla terza dose, e questo, sostiene Sorgi "ha soprattutto il senso di una mossa d'immagine, dato che sarà impossibile avere grandi numeri per i richiami prima della fine di dicembre". Del resto, la maggior parte delle seconde dosi sono state fatte tra giugno e luglio e dovendo aspettare almeno sei mesi per la terza, "occorrerà attendere almeno un mese per mettere in fila i milioni di italiani (quasi l'85 per cento) che hanno completato il ciclo vaccinale, e non si aspettavano di essere richiamati così presto negli hub dove si procede alle somministrazioni".

 

 

Ma, continua Sorgi, "è evidente" che il governo, "preoccupato per la quarta ondata che sta avendo in Europa", voglia "mostrarsi pronto a fronteggiare le conseguenze, a tutt'oggi imprevedibili, del rialzo dei contagi. Di qui l'invio degli avvisi ai vaccinati di tenersi pronti per la terza dose". Insomma, conclude l'editorialista, "la chiusura dell'anno si presenta per il governo più problematica del previsto", "la sensazione è che Speranza e i tecnici del Cts si augurassero una maggiore resistenza dei vaccini ai contagi. E abbiano dovuto invece prendere atto che non è così".

 

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