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Pier Ferdinando Casini, la frase rubata: "Quante possibilità ho di andare al Quirinale"
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Quello di Pier Ferdinando Casini è un nome più “nascosto” per la corsa al Quirinale, anche uno di quelli con meno “appeal” a livello di opinione pubblica. Non a caso nel recente sondaggio condotto da Nando Pagnoncelli il 30% degli intervistati vorrebbe Mario Draghi prossimo presidente della Repubblica, il 15% fa invece il nome di Silvio Berlusconi e soltanto il 2% quello di Casini. Quest’ultimo sembra essere il candidato prediletto di Matteo Renzi, ma da qui a febbraio tante cose possono cambiare.
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Nel frattempo il Corriere della Sera svela un retroscena su Casini, che a chi lo avvicina per capire le sue intenzioni e soprattutto possibilità in ottica Quirinale risponde così: “Esiste una possibilità su duemila che io possa, a un certo punto, essere candidato. Ma se lo fossi, potete stare certi che non perderei nemmeno il voto degli scranni vuoti. Pensare che io sia vittima dei franchi tiratori è un’offesa quasi professionale”. Sì perché Casini tra i banchi del Parlamento ci vive da decenni e sa meglio di tanti, forse di tutti, come funzionano certe cose.
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Inoltre il Corsera lo dipinge a ragione come un “tessitore instancabile di contatti personali e trame parlamentari”, qualità che gli potrebbe tornare molto utile in ottica Quirinale. Allo stesso tempo Casini è consapevole di non avere possibilità di elezione, a meno che le votazioni non dovessero andare a vuoto ripetutamente. A quel punto potrebbe presentarsi come via d’uscita, d’altronde ha rapporti con tutti i partiti, tranne che con Lega e Fdi. Anche se con Salvini c’è un episodio che gioca a suo favore: nel febbraio 2020 Casini fu l’unico della maggioranza a votare contro l’autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro.
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