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Enrico Letta, giallo Pd: da dove sono spuntate quelle seimila tessere in una notte

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Le tessere gonfiate sono state sempre un problema dei partiti politici. Nella Prima Repubblica si usavano soprattutto in vista dei congressi ed oggi anche per far pesare le correnti all'interno di uno stesso partito. Ad Avellino, dove il Pd da anni è commissariato, in vista dell'imminente congresso in una sola notte le tessere sono schizzate da 4mila a 10.400: oltre seimila nuovi iscritti in una sola notte. Alle ultime elezioni regionali il Pd ha raccolto, in Irpinia, circa 38mila voti.

 

 

Due sono le correnti che si sfidano per il congresso: una fa riferimento al presidente della Regione, Vincenzo De Luca, e quella invece che fa capo al deputato Umberto Del Basso de Caro. "La situazione è  essere scappata di mano", denuncia il professor Franco Vittoria, membro della direzione nazionale dem. Il docente (che insegna Storia delle riforme istituzionali alla Federico II di Napoli) ha sollevato un problema di legalità, dovuto proprio alle modalità di iscrizione.

 

In una lettera indirizzata al segretario Letta scrive che, "l'idea che un partito possa 'delegare' la propria rappresentanza alle 'ricaricabili', utilizzando una somma spropositata di danaro non impone solo di riordinare le idee, impone di fermare questo omicidio politico di un partito che oramai è pensato in franchising, partito delle occasioni dove non basta la storia, la militanza, la passione: serve solo danaro; danaro per scalare un partito per logiche personali senza un minimo di dignità". Il professor Vittoria resta fiducioso: "Non penso che Letta e i dirigenti nazionali possano guardare senza muovere un dito. Devono fermare questo mercato, bisogna cacciare i mercanti dal tempio. Altrimenti parlare di cambiamento è inutile", scrive il professor Vittoria.

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