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Pd, i 30 che ci "vietano" di andare a votare per soldi: quando il seggio è la gallina dalle uova d'oro

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Fausto Carioti
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Sarà pure un infante prodigio, Piero De Luca, laurea con lode alla Federico II di Napoli, diploma a Bruxelles in studi specialisti in Diritto europeo, dottore di ricerca in Diritto ed Economia con una tesi sul Soft Law nel diritto comunitario, avvocato dal 2006 e - leggiamo sempre dal suo curriculum - referendario alla Corte di giustizia dell'Ue. Prestigiosi titoli, ma anche per il figlio del vulcanico governatore campano Vincenzo il reddito annuale piangeva assai prima di sbarcare alla Camera dei deputati con lo stemma del Pd, a 38 anni: 1.445 euro (120 al mese). L'anno del Signore 2018 gli ha permesso di comprarsi uno scooterone 250 e di disporre del 50% della nuda proprietà di un appartamento a Salerno. Tutto lecito, ovviamente, poteva permetterselo dato che nel 2019 De Luca Jr ha dichiarato 78.154 euro, quest' anno 136.687.

 

 

Il collega parlamentare Santi Cappellani, 30enne catanese, è arrivato a Montecitorio da grillino che da «manager dell'azienda agricola di famiglia» di euro ne percepiva 10.371, poi è passato al gruppo Misto, poi è diventato Dem. Reddito complessivo attuale: 97.147. L'avvocato penalista agrigentino Carmelo Miceli, a cui va reso il merito di aver rappresentato la parte civile in diversi processi contro la Mafia, fatturava 9 mila euro all'anno: grazie alla busta paga del parlamento si sono trasformati in 93.712. Poi tra i Democratici che entrando alla Camera hanno fatto il grande salto c'è Paolo Lattanzio, il quale uno stipendio dignitoso (per la media italiana) lo aveva, 28.096 euro, ma il partito oggi di Enrico Letta gliel'ha quadruplicato (98.607), così che ha potuto acquistare a cuor più leggero un immobile a Roma.

 

 

Ecco, come nel caso dei grillini, che interesse avrebbero tali beneficiati dalla politica ad andare a elezioni anzitempo qualora Mario Draghi a febbraio venisse eletto presidente della Repubblica? Va comunque detto che a differenza dei pentastellati tra i deputati del Pd c'è anche chi guadagnava già somme rilevanti, dagli 80 mila euro in su, alcuni però come l'ex presidente della Basilicata Vito De Filippo ricoprivano incarichi politici (fuori dal parlamento) da anni. C'è poi Paolo Siani, il quale da medico dichiarava un reddito complessivo di 141.894 che ora sono diventati 128.410 (13 mila in meno).

 

 

Ma è soprattutto spulciando tra la documentazione presentata dai grillini che ti viene da pensare che una possibilità nella vita c'è sempre. Menzione speciale per il palermitano Fabrizio Trentacoste, archeologo e guida turistica, che nel 2018 - a 46 anni dichiarava zero. Ora dichiara 104.473 euro e lo stato civile, leggiamo, da «celibe» è diventato «libero». Il collega napoletano Sergio Vaccaro, di professione imprenditore, prendeva meno di 10 mila euro all'anno che San Montecitorio ha trasformato in quasi 100 mila. Valerio Iunio Romano (33.237 nel 2018 102.091 nel 2021) in questi 3 anni ha ceduto la vecchia Peugeot, ha comprato una Bmw e una Triumph. Ammirevole anche la scalata dell'avvocato Sabrina Ricciardi, 4.069 euro dichiarati nel 2017, nel 2020 107.692. Chiudiamo tornando ai Dem. Il deputato Andrea Casu, proclamato l'8 ottobre 2021, non ha ancora pubblicato la propria situazione patrimoniale. Graziella Leyla Ciagà però è deputato da metà aprile: sono passati 7 mesi, ma il documento non è ancora sul sito della Camera.

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