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Giuliano Amato al Quirinale, “il nome al riparo”. Conferme (drammatiche) dalle Sacre stanze
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Il dibattito politico continua ad avere come protagonista la corsa al Quirinale: stavolta il nome che spunta come totocandidabile è Giuliano Amato (83 anni). Già sette anni fa fu in pista, prima che la scelta cadesse su Sergio Mattarella. Di Amato, "si torna a parlare in questi giorni nei corridoi del Palazzo, anche adombrando, con zoppìa costituzionale, la possibilità che resti al timone non più di due anni. Cosa che consentirebbe di tornare a eleggere un presidente dopo le elezioni politiche, con i nuovi equilibri dettati dalle urne e con le Camere riformate dal taglio dei parlamentari", scrive il Corriere della Sera.
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E così negli ultimi giorni la candidatura Amato prende sempre più forma. Come riserva della Repubblica sei probabili litigi interni ai partiti e i contrasti fra i principali schieramenti, dovessero poi sfociare in una soluzione alta, istituzionale, con ampi margini di condivisione. Amato è il nome di cui hanno anche parlato Di Maio e Giorgetti, nell'incontro romano in pizzeria che ha fatto infuriare Matteo Salvini. Dai piani alti dei dem arriva una conferma: "Quello di Amato è un nome che rappresenta, anche ma non solo, un pezzo di storia della sinistra: certo che è sul tavolo", dice a Repubblica un dirigente di primo livello che mantiene la consegna del silenzio imposta da Letta sul dossier Quirinale.
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Amato è vicepresidente della Corte Costituzionale, ma a gennaio potrebbe diventare il numero uno della Consulta. E se non ci saranno le condizioni per un'alleanza con il mondo centrista sul nome di Berlusconi, lo stesso Cavaliere e il centrodestra - scrive Repubblica - "non avrebbe difficoltà a sostenere un candidato che già era il proprio nel 2015, e su cui aveva un accordo con Renzi (che poi ruppe il patto del Nazareno)". Un esponente di governo vicino a Draghi conferma che Amato è anche la figura più cara al premier che per continuare il proprio mandato - in assenza di Mattarella - ha bisogno di una forte collaborazione istituzionale. Un nome che però potrebbe far salire la rabbia della pancia leghista che lega il nome di Amato a Bettino Craxi e anche la opposizione quasi certa di Fratelli d'Italia.
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