Matteo Salvini, messaggio a Giorgetti: "Lega nel Ppe? Io entro dove caz***o mi pare"
"Io entro dove caz***o mi pare". Matteo Salvini, ospite sabato mattina della Scuola di formazione politica della Lega, usa una espressione tanto ironica quanto brutale: il Carroccio nel Ppe è una ipotesi da scartare in partenza, e soprattutto non accetta che qualcuno lo tiri per la giacchetta. E Giancarlo Giorgetti avrà inteso l'antifona.
"Parliamo di esercito e di servizio di leva - la prende larga il segretario federale leghista -. Pensiamo se oggi, ai tempi del Covid, avessimo avuto uno screening di massa come in passato attualizzato al 2021. Altri Paesi europei stanno facendo questa riflessione, e non per amore del militarismo o perché sono guerrafondai".
"Ne avete sentito parlare? No - entra nel vivo del suo intervento Salvini -. Mi dicono: 'Devi entrare nei Popolari'. Io entro dove caz***o voglio. Entro, esco, citofono, come dolcetto o scherzetto nel giorno di Halloween? Ma potrò decidere io? Se in Italia e in Europa il centrodestra è asservito alla sinistra, il mio compito non è quello di inseguire la sinistra, ma di creare una alternativa e di portare il centrodestra a tornare essere orgoglioso di sé. Conservatore, liberale, rivoluzionario e costruttivo. E su questo il mio rapporto con Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni sarà sempre più importante".
"Non è un rapporto di comodo - conclude -. Leggevo che Luigi Di Maio sta lavorando per portare il Movimento 5 Stelle dentro il Partito socialista europeo. Mamma mia che triste fine - sospira malizioso -, siam partiti dalla rivoluzione tecnologica a entrare nel Partito socialista europeo. Però non commento gli altri, gli ingressi o le pizze degli altri... guardo in casa mia". Il riferimento è alle dichiarazioni di Di Maio che ha confessato di vedersi una volta al mese con Giorgetti, numero 2 della Lega, per una pizza in amicizia. Frase che non ha certo fatto piacere al Capitano, così come l'intervista a Bruno Vespa con cui Giorgetti ha invitato Salvini a spostarsi verso il Ppe, mollando i sovranisti.