Carlo Calenda accusato da Repubblica: "Il raptus, ha abbattuto il cartello e si è messo a fumare". E lui: "Pure la vostra giornalista..."
E' vero o non è vero che Carlo Calenda ha buttato giù il cartello di divieto di fumo in Campidoglio per accendersi una sigaretta come riportato da La Repubblica? Secondo il quotidiano diretto da Maurizio Molinari il leader di Azione, ora in Consiglio comunale nella Capitale, lo avrebbe divelto per tirare una boccata insieme ad altri consiglieri tabagisti. Ma il diretto interessato, finito sotto accusa, smentisce tutto e contrattacca: "Ma le cavolate che scrivete... Stavano tutti fumando compresa la giornalista di Repubblica".
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Ma facciamo un passo indietro. Sul quotidiano si legge, testuale: "Il rettangolo di plastica inviso ai tabagisti era appeso in bella vista sul muro, ma il leader di Azione lo ha occultato ribellandosi. I fumatori (consiglieri, giornalisti, insomma chiunque passi al bar per una breve pausa), si riappropriano di quell'angolino, l'unico all'aperto, interdetto dal Movimento 5 Stelle" quando era sindaco Virginia Raggi. Ma si scrive nell'articolo, "l'epoca del salutismo di Daniele Diaco, promotore del divieto, è finita in minoranza".
Versione contestata da Calenda, che in un post pubblicato sul suo profilo Twitter ribatte: "Stavano tutti fumando compresa la giornalista di Repubblica e l’ex assessore al personale in un’area esterna alla bouvette prima fumatori e poi chiusa dai 5S. Tutti pigiati dietro enormi condizionatori per non essere beccati. Li ho fatti uscire da lì".
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