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Insulti ai ragazzi gay? Il Pd trova il colpevole: toh che caso, è il centrodestra

 Manifestazione a favore del Ddl Zan

Salvatore Dama
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«Conoscete Benito Mussolini? Sapete che lui vi brucerebbe tutti? Forza Benito Mussolini!». Un gruppo di ragazzini tra i 12 e i 16 anni ha aggredito dei coetanei perché legati al mondo Lgbt+. Lo hanno fatto in pieno centro, a Ferrara, inneggiando al duce. Un atto odioso, ripreso dai telefonini e caricato su Tiktok, sul quale sta indagando la Digos. Un'aggressione di cui, secondo la sinistra, sono responsabili i senatori che hanno detto no al Ddl Zan. Lo sostiene lo stesso autore del disegno di legge cassato da Palazzo Madama: «Chi «Chi ha ha applaudito in Sena- Senato to e chi si è nascosto il ddl Zan dietro al voto segreto legittima comportamenti di odio e di discrimiodio e nazione nella nostra società», denuncia Alessandro Zan.

«L'aggressione fascista e omofoba di Ferrara contro quei ragazzini minorenni ne è un esempio», prosegue il deputato del Pd. Il sindaco Alan Fabbri, della Lega, stigmatizza l'episodio: «Un atto vile, meschino, intollerabile: le immagini dell'aggressione subita da un gruppo di ragazzi fanno male. E devono indurre una risposta da parte di tutti: una città aperta, libera, civile, accogliente come Ferrara non può accettare scene di questo tipo», conclude Fabbri solidarizzando con i giovani e le loro famiglie. Ma cosa è successo? Domenica pomeriggio, in una zona centrale della città, sono stati aggrediti alcuni ragazzi minorenni. «Conoscete Benito Mussolini? Sapete che lui vi brucerebbe tutti?». Le parole sono quelle di uno degli aggressori e sono state immortalate in un video girato col telefonino. I fotogrammi sono finiti prima su Tiktok e poi sono stati diffusi da altri canali social, tra cui le pagine Instagram di Arcigay Ferrara e di Alessandro Zan. Si vede l'attacco verbale e il lancio di alcuni petardi. «Adesso abbiamo paura che possa accadere di nuovo», ha raccontato a LaPresse una fermare delle ragazzine aggredite.

 

 

 

«Erano già successi episodi simili, ma mai di a questi livelli e siamo spaventati. Nonostante il clamore, sappiamo Zan che accadrà ancora, ecco perché vogliamo che se ne parli». Come confermato dalla giovane, nessuno degli undici ragazzi che erano con lei ha voluto reagire agli insulti: «Non volevamo che le cose peggiorassero e sapevamo benissimo che se lo avessimo fatto sarebbe andata male. Li conosciamo tutti di vista: sono venuti da noi proprio perché sanno che siamo un gruppo di attivisti e che facciamo parte della comunità Lgbt+. Hanno agito con estrema consapevolezza». Lunedì pomeriggio uno dei giovani aggrediti ha scritto un messaggio all'Arcigay Ferrara, che ora sta approfondendo la dinamica e, secondo quanto riportato dall'associazione, alcuni genitori si sarebbero mossi per fare un esposto alla Digos. «Essendo ragazzini sono rimasti molto scossi e turbati», spiega Giacomo Catucci, presidente dell'Arcigay della città emiliana. «Esiste un clima d'odio», denuncia, «ed è sostenuto anche dall'estrema destra e dal centrodestra che in Senato hanno affossato il disegno di legge Zan a suon di applausi. Infatti, a distanza di pochi giorni vediamo accadere un fatto come que sto».

 

 

 

Pure il sottosegretario Ivan Scalfa rotto si indigna per l'accaduto. Ma prende le distanze da chi cerca responsabilità in Senato. «Di fronte all'ennesima aggressione omofoba a Ferrara», dichiara l'esponente di Italia Viva, «non serve piantare una ban diera e non è sufficiente stigmatizzare l'applauso becero e ignobile delle destre in aula al Senato durante il vo to sul ddl Zan: bisognava fare di tutto per portare una legge alla definitiva approvazione da parte del Parlamento e, per gli errori di chi quella legge ha portato al fallimento, una legge non c'è e non ci sarà purtroppo nel prossimo futuro». Se il ddl Zan è fini to su un binario morto, ribadisce Scalfarotto, è colpa di chi si è irrigidito e non ha voluto accettare la trattativa. Cioè il Pd. Sui fatti di Ferrara Anna Maria Ber nini, presidente dei senatori di Forza Italia, scandisce: «Abbandonare le polemiche e lavorare insieme per una legge buona, equilibrata, realmente condivisa, che sappia dare risposte concrete e non solo ideologiche».

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