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Ddl Zan, al Senato "una nuova maggioranza". Italia Viva e centrodestra, cambia il quadro

Tommaso Montesano
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«Il Senato approva». Appena il presidente di Palazzo Madama, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ufficializza la bocciatura del ddl Zan sull'omotransfobia, i senatori che occupano la parte destra dell'emiciclo balzano in piedi. Alzano le braccia, urlano, esultano, stringono i pugni. Carlo Calenda, leader di Azione, posta il video su Twitter: «Che bello spettacolo. Gente seria. La corrida». Filippo Sensi, deputato del Pd, commenta: «Mi vergogno come italiano, come cittadino, come parlamentare». Alessandro Zan, il padre della legge impallinata, non ci sta: «Inaccettabile, terribile».

 

 

 

 

 

Enrico Letta agita fantasmi: «Ecco cosa sarebbe l'Italia governata a maggioranza da queste destre». Fatto sta che il centrodestra se la gode. Soprattutto se il voto del Senato arriva dopo la sconfitta alle Comunali. Quando il centrosinistra pensava di incassare un'altro successo. E invece. «Sconfitta l'arroganza di Letta e dei 5Stelle: hanno detto di no a tutte le proposte di mediazione», gongola Matteo Salvini. Il leader della Lega elenca i destinatari dei rifiuti del collega del Pd: «Non ha voluto ascoltare il Papa, le associazioni, le famiglie, le parrocchie...». Il risultato? «Mesi e mesi persi e ddl Zan bocciato». Così adesso Salvini si permette addirittura di offrire un ramoscello d'ulivo ai giallorossi: «Ora ripartiamo dalla proposta della Lega: combattere le discriminazioni lasciando fuori i bambini, la libertà di educazione, la teoria gender e i reati d'opinione. C'è una proposta di legge della Lega e dell'intero centrodestra che noi rioffriamo alla discussione del Parlamento».

 

 

 

 

 

CAMBIANO I NUMERI - Ma il dato politicamente più significativo, che al quartier generale di Pd, M5S e LeU ha già fatto scattare l'allarme in vista del voto per il Quirinale («se il centrodestra lavora aun asse con Italia viva e centristi rischiamo di non toccare palla...»), è quello individuato da Ignazio La Russa, vicepresidente del Senato in quota Fratelli d'Italia: «C'è una nuova maggioranza in Parlamento, una maggioranza non di sinistra». Per adesso sui «diritti», più avanti... chissà. «Stiamo parlando di una ventina di senatori (23, per la precisione, ndr) che si sono espressi liberamente e non sono pochi», aggiunge La Russa. Un altro vicepresidente del Senato, il leghista Roberto Calderoli, rivendica la paternità di quanto accaduto in Aula ieri mattina: «Grazie alla mia richiesta di non passaggio all'esame degli articoli e di voto segreto abbiamo affossato il ddl Zan. Quando i professionisti scendono in campo è meglio che i dilettanti restino in panchina...».

 

 

 

 

 

 


CHE RIVINCITA - Il centrodestra, in Aula, si è presentato a ranghi compatti («una cosa non da poco di questi tempi», ammette Luca Ciriani, il capogruppo di Fratelli d'Italia). Il partito di Giorgia Meloni ha schierato tutti i suoi 21 senatori («siamo stati l'unico gruppo interamente presente», esulta la presidente), due soli gli assenti nella Lega, tre quelli in Forza Italia, dove l'esito del voto ha provocato lo strappo di Elio Vito, che ha lasciato gli incarichi nel partito. La riprova che quando la coalizione è unita i risultati si vedono, come fa notare Salvini: «Se il centrodestra si muove compatto è un bene per il Paese». Un buon viatico per il vertice di oggi, all'ora di pranzo, nella residenza romana di Silvio Berlusconi (a villa Grande, sull'Appia Antica), dove andrà in scena il vertice tra Salvini e il Cavaliere, allargato ai ministri di Lega e Forza Italia e ai capigruppo dei due partiti a Montecitorio e Palazzo Madama. «Mi aspetto coordinamento e aggiornamenti settimanali», risponde Salvini a chi gli domanda cosa si aspetta dalla riunione odierna.

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