Giovanni Toti all'attacco: "Questo centrodestra è malato. Serve un tagliando forte, altro che vertici a tre"
"Il centrodestra deve rimettersi giacca e cravatta e tornare a ragionare e proporre un programma credibile, di governo, per il 2023. Serve un tagliando forte, degli Stati generali: non basta un vertice a tre". Il governatore della Liguria e fondatore di Coraggio Italia, Giovanni Toti, avverte gli alleati di centrodestra, reduce "dalla febbre del risultato delle amministrative, sintomo di un malessere più profondo", rivela in una intervista alla Stampa.
"Se il centrodestra resta insieme con lo scotch e mette la polvere sotto il tappeto, allora bisognerà fare ragionamenti diversi. Visto che le amministrative sono state la febbre, un sintomo di una malattia più profonda del centrodestra, dobbiamo chiarire cosa vogliamo come coalizione, le nostre posizioni su alcuni temi decisivi, giocare un ruolo per la corsa al Quirinale e costruire una proposta coerente di governo per il 2023. Di vertici a tre possono farne quanti ne vogliono. Ma credo serva un luogo un po' più ampio di un consesso di leader e un tagliando più profondo. Ci vuole un'assemblea aperta agli amministratori, alle forze minori, ai sindaci, a un pezzo di società civile. Per chiarirsi su tante cose", chiarisce Toti.
"Ciò non toglie che voglio restare nel centrodestra. Ma la coalizione deve interrogarsi su questi temi: serve una classe dirigente credibile, di governo. Abbiamo un po' di tempo, almeno un anno, perché il centrodestra si interroghi su grandi temi. Non perdiamo questa occasione. Berlusconi al Quirinale? Lo vedrei bene, ma non so se ci sono le condizioni. Per autorevolezza e statura politica, senz'altro. Ma rilevo che al Quirinale sono andate sempre persone meno divisive. Sarebbe lo stesso discorso per Prodi. Ma se Berlusconi fosse il candidato unitario del centrodestra, i trentadue voti di Coraggio Italia andrebbero a lui", afferma sempre Toti. "Spero che l'alleanza sul Quirinale sia il più ampia possibile: il centrodestra numericamente è la coalizione più forte, non dovrebbe farsi dettare le regole d'ingaggio dalla sinistra. Ma deve maturare, proporre candidati credibili, mediare, senza idee stravaganti o proposte identitarie. Il Capo dello Stato può venire dalla cultura di destra, ma della destra di don Sturzo, dei popolari tedeschi o di De Gaulle". conclude.