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Silvio Berlusconi al Quirinale, Maria Rosaria Rossi: "Perché non è adatto, chi vedrei bene presidente"

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A gennaio Maria Rosaria Rossi ha annunciato il proprio voto favorevole a Giuseppe Conte, nel pieno della crisi di governo. E per questo la fedelissima di Silvio Berlusconi è stata espulsa da Forza Italia. Oggi la senatrice, che Marco Travaglio aveva sprezzantemente ribattezzato "la badante del Cav", torna a parlare di politica e di centrodestra con una pesantissima intervista concessa a La Stampa

 

 

 

 

Il tema è caldo: Berlusconi presidente della Repubblica. Secondo la Rossi, però, Silvio "è un leader, ma per il Colle Mario Draghi è più adatto". Forza Italia, in questo senso, è una polveriera. C'è una parte consistente, rappresentata da Renato Brunetta, Mariastella Gelmini e Mara Carfagna, che contesta all'ex premier la deriva sovranista del partito, che poggia anche sul patto stilato con Matteo Salvini e Giorgia Meloni sul Quirinale. Un patto che partirebbe proprio dalla candidatura del fondatore azzurro per la poltrona occupata oggi da Sergio Mattarella

 

 

 

 

 


La Rossi è velenosa: "Chiunque si lamenti lo fa per il solo bisogno di avere un contatto con Berlusconi. Chi veramente non crede più nel progetto, abbandona la casa e lo leggi il giorno dopo sui giornali". Chi resta, invece, aggiunge, "è perché non ha una alternativa o magari ha già silenziosamente tentato altre strade ma le ha trovate chiuse". La senatrice però assicura di non avercela con i ministri contestatori, mossi esclusivamente "dall'obiettivo di restare nel partito e vederlo tornare alle percentuali di un tempo". 

 

 

 

 

 

 

La vera partita però, come detto, è Berlusconi al Quirinale. "Non credo che lo voglia davvero. Se avesse già deciso quanto meno di provarci, penso che mi avrebbe chiesto il voto e, invece, non l'ha fatto". Per la Rossi è un progetto difficilmente realizzabile, perché in questo momento "l'unica persona di sintesi e di pacificazione nazionale è Draghi". Uno scenario che agita i piani del centrodestra. Una coalizione, conclude la Rossi, "che non esisteva prima e non esisterà dopo Berlusconi. Il leader di una coalizione non è chi prende un voto in più ma chi ha capacità di visione e aggregazione".

 

 

 

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