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Renato Brunetta, la "ricetta"? Cancellare i sovranisti: attacco a Meloni, Salvini (e Berlusconi)

 Meloni e Salvini

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Renato Brunetta scuote Forza Italia e attacca Lega e Fratelli d'Italia in nome di un centrodestra liberale e non sovranista. "Forza Italia, quando era baricentrica con i suoi valori e il suo peso del 25-30 per cento, era riuscita a 'istituzionalizzare' la Lega e il Msi, poi An. Ma se l'egemonia sul centrodestra ce l'hanno Fratelli d'Italia o la Lega, la coalizione è inevitabilmente perdente", dice in una intervista a La Repubblica, in relazione alle posizioni divergenti del centrodestra, con gli azzurri che stanno nel Ppe, Giorgia Meloni che va dai neofranchisti di Vox in Spagna e Salvini che difende Orban e la Polonia. "Lo si è visto alle Amministrative e, temo, lo si vedrà anche alle Politiche".

Quindi, spiega il ministro della Pubblica amministrazione, "puoi anche vincere ma non vieni percepito come una forza di governo. Non sei credibile se la pensi in maniera diversa sull'Europa, sull'euro, sull'economia sociale di mercato. Non sono credibili coalizioni manifestamente opportunistiche, alleanze disomogenee e incoerenti formate solo per ragioni elettorali".

 

 

"Dopo il 2018 è mancata una riflessione su quello che è successo", osserva Brunetta, "invece servirebbe un'analisi anche dura e feroce sui nostri errori, ed è quello che mercoledì ho rappresentato con dolore al presidente Berlusconi. Salvini ha rinunciato ad entrare nel Ppe e ha appena annunciato la volontà di rinsaldare l'alleanza con Le Pen in un nuovo gruppo, Meloni va a fare i comizi con Santiago Abascal. Tutto legittimo, per carità, ma questo, agli occhi dei nostri elettori moderati, di centro, ci impedisce di essere considerati come coalizione un'alternativa credibile alla sinistra". Ora Forza Italia è in "stallo", prosegue il ministro, "io ho la tessera numero due  io sono Forza Italia assieme a BerIusconi che ha la tessera numero uno. Ma voglio che il mio partito diventi il pivot di un centrodestra popolare ed europeo, capace di dialogare con tutti. Perché non dimentico che, oltre alla tessera di Forza Italia, ho anche quella del Ppe: è il mio aggancio alle migliori tradizioni delle famiglie politiche europee. E, ora come ora, mi sento più del Ppe che di una Forza Italia che rischia di appiattirsi su altre culture, non sue".

 

 

E ancora, attacca: "Abbiamo bisogno di partiti all'altezza di Draghi". Dopo la crisi sanitaria ed economica, "non possiamo buttare via questa storia di resistenza, di orgoglio, di coraggio", aggiunge pensando ai medici, agli infermieri, ai colletti blu, alle cassiere, a tutti quelli che hanno lottato dallo scoppio della pandemia. "Bisogna andare avanti almeno fino al 2030: un decennio di stabilità e riforme. Avremo costruito così un'Italia più efficiente, più bella, più giusta, più credibile. Non solo pizza e amore".

Parole che non sono piaciute ad alcuni pezzi di Forza Italia. "Berlusconi ieri era a colloquio con la Merkel, non mi sembra che sia la leader dei sovranisti. Noi siamo rimasti sempre coerenti ai nostri valori e quindi con buona pace di tutti, anche di qualche ministro, rimarremo nel centrodestra. Se poi uno teorizza che il futuro sia stare nell'alleanza Letta-Conte buon viaggio", sbotta Alessandro Cattaneo, deputato di Forza Italia ai microfoni di radio Cusano Campus. "E' Silvio Berlusconi che detta la linea di Forza Italia, non ci può essere nessun altro", gli risponde Giorgio Mulè. Brunetta, Gelmini e Carfagna "sbagliano perché consciamente o inconsciamente stanno facendo il gioco di chi vuole dividere il centrodestra che nasce invece da un principio fondante che è l'inclusione e non dall'esclusione come letto stamane in alcune interviste".

 

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