Matteo Salvini, indiscrezioni: "Nella Lega non c'è posto per tutti. Umberto Bossi li avrebbe già espulsi..."
Stati generali della Lega, il tutto al teatro Sala Umberto di Roma. A fare il punto sulla situazione politica, ovviamente, Matteo Salvini. Che parte dal ko al ballottaggio, una brutta botta per il centrodestra: "La sconfitta delle amministrative ci dice che la divisione non premia, la litigiosità non premia", ha premesso.
E ancora, l'ex ministro dell'Interno ha rimarcato: "Sulle elezioni amministrative non mi consolano i 71 nuovi sindaci eletti dalla Lega perché quando perdi nelle grandi città hai perso e quando la gente non vota hai perso. Siccome ci sono circa 150 grandi comuni che votano l'anno prossimo ho proposto al centrodestra di individuare i candidati sindaci entro questo autunno per evitare di arrivare in ritardo come in questa occasione".
Dunque, Salvini ha rivelato di aver chiesto a Silvio Berlusconi una prima riunione con lui e i sei ministri: "Il gruppo è compatto. Ho detto quello che è stato deciso ieri nel tavolo di centrodestra, di lavorare insieme, anche in manovra di bilancio, sia in maggioranza che in opposizione, di andare tutti insieme da Draghi, tutti e tre, per un'idea di Italia fondata sullo sviluppo, sul lavoro e sul taglio delle tasse", ha tracciato la strada.
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Dunque, sull'ipotesi del Cavaliere al Quirinale: "Berlusconi sta decidendo. Ovviamente, se decidesse di scendere in campo lui, come leader di un uno dei partiti del centrodestra, avrebbe tutto il nostro sostegno. Ma dovete chiederlo a lui, non a me".
Poi, quanto rivelato dal Giornale.it, che riferisce come un applauditissimo Salvini si sia anche tolto dei sassolini dalle scarpe: "Serve compattezza anche dentro la Lega perché almeno quattro parlamentari hanno attaccato i segretari provinciali. Una cosa che con Bossi non sarebbe mai successa. Anzi, sarebbero già stati espulsi", avrebbe aggiunto sibillino, senza fare riferimenti espliciti. Dunque, ha ribadito la necessità di tenere il partito compatto, aggiungendo però: "Sappiate, non c'è posto per tutti". Una chiarissima rivendicazione: il leader è lui. E non potrebbe essere altrimenti.