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Pier Ferdinando Casini al Quirinale, la nomina-chiave di Draghi: sapete chi è quest'uomo? Indizio decisivo

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Nella corsa al Quirinale c'è un nome che potrebbe risultare decisivo: è quello di Gianpiero D'Alia, appena nominato dal governo di Mario Draghi consigliere della Corte dei Conti. Ex Dc ed ex ministro, spiega il Fatto quotidiano non senza malizia, è soprattutto un fedelissimo di Pier Ferdinando Casini. Anzi, del "quirinabile" Casini. Sarebbe dunque un messaggio mandato a tutto il Parlamento: Pierferdy piace a destra come a sinistra, D'Alia ha ottimi aggancia sia nel Pd (era stato ministro della Pubblica amministrazione e della Semplificazione nel governo di Enrico Letta) sia dentro Forza Italia (era sottosegretario all'Interno nel governo Berlusconi 3), e la scelta di un uomo come lui non fa altro che rafforzare non solo il ruolo della componente centrista, ma la stessa candidatura del senatore bolognese. 

 

 

 

 


Segnali, appunto, come il passaggio di Cabras, consigliere giuridico di Sergio Mattarella, al Consiglio di Stato. Un fatto che secondo Francesco Verderami, sabato sul Corriere della Sera, ha convinto i partiti della maggioranza sul fatto che il presidente della Repubblica ha tutta l'intenzione di lasciare il suo mandato sul Colle a febbraio, senza ulteriori proroghe "alla Napolitano". E in contemporanea, salgono le quotazioni di una permanenza di Draghi a Palazzo Chigi, perché una sua "promozione" al Quirinale aprirebbe la strada a una turbolenza drammatica a livello politico, segnando di fatto la fine di questa legislatura e rendendo probabile il ritorno al voto anticipato. Le urne certo non rappresenterebbero un rischio, in un contesto "normale". Il guaio è che al momento nessuno, a destra come a sinistra, ha le idee chiare sulle geometrie da presentare agli elettori e questo aprirebbe scenari di inquietante instabilità. Meglio dunque la "palude" del governo tutti-dentro (eccetto Fratelli d'Italia), o perlomeno meglio regalarsi qualche altro mese di riflessioni. 

 

 

 

 

 

 

Il curriculum di D'Alia, peraltro, è quello del "surfista perfetto" in grado di cavalcare qualsiasi onda. Nel 2016 era entrato in conflitto con il suo partito, l'Udc, e Lorenzo Cesa parteggiando insieme a Casini per la riforma costituzionale di Matteo Renzi. Dalla rottura nacque il movimento Centristi per l'Europa, che in Sicilia mise in grosse difficoltà Udc e centrodestra. Il Pd pensava a lui come candidato governatore sull'isola nel 2017, poi non se ne fece nulla. E non è un caso che ora, proprio in Sicilia, si lavori a un nuovo polo centrista in grado di raggruppare i renziani, i casiniani giù giù fino agli uomini di Totò Cuffaro. Con sguardo su Roma e ambizioni, appunto, quirinalizie.

 

 

 

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