Mario Draghi verso la "ritirata strategica" sul Green pass? Marcello Sorgi, il sospetto sul premier
Mario Draghi sta lanciando "segnali di ritirata strategica del governo" sull'obbligatorietà del Green pass. Ne è convinto Marcello Sorgi che in un editoriale su La Stampa scrive: "Si fa strada un dubbio: e se Draghi volesse solo vedere come va nei primi giorni di Green Pass obbligatorio e poi a poco a poco allargare i buchi che già stanno aprendosi nella rete? Conoscendo il temperamento imperturbabile del presidente del consiglio, è possibile che Landini ieri e Salvini l'altro ieri abbiamo intuito la stessa cosa". La controprova, osserva Sorgi, è che "il presidente di Confindustria Bonomi abbia cominciato a temere che la linea dura del governo tanto dura non sia. E alla fine alle aziende toccherà pagare il costo dei tamponi, tutto o in parte".
Insomma, continua Sorgi, "di fronte al rischio che la resistenza No vax torni a mescolarsi con l'estremismo e il Viminale non sia in grado di contenere gli effetti di questa miscela esplosiva", il presidente del Consiglio potrebbe fare un passo indietro. "La scelta del Green Pass obbligatorio era stata pensata, venti giorni fa, per dividere il fronte dei non vaccinati e spingere verso il vaccino la parte solo dubbiosa, e non del tutto o ideologicamente contraria alle vaccinazioni. La strategia ha funzionato nei primi giorni, portando la percentuale dei vaccinati vicina all'80 per cento, ma poi gli effetti si sono fermati", scrive il giornalista.
Ora la mossa di Draghi è che "doversi sottoporre a tampone due-tre volte la settimana dopo un po' risulterà insopportabile" e di conseguenza "un altro 5 o 10 per cento potrebbe cedere, portando il numero dei vaccinati vicino al 90 per cento. A quel punto", conclude Sorgi, "il governo potrebbe ammorbidire la linea. Ma solo a quel punto? O anche prima?", si chiede Sorgi.
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