Virginia Raggi, "c'è poco tempo". Cos'ha provato a fare il fedelissimo a poche ore dal voto per farla rieleggere
Cosa non si fa pur di racimolare qualche voto in più. Lo sa bene Virginia Raggi. A due settimane dal voto che avrebbe visto la sindaca di Roma uscire dalla porta principale del Campidoglio, il suo fedelissimo ha tentato il tutto e per tutto. Quel tutto e per tutto altro non era che una sfilza di assunzioni. Andrea Coia, assessore uscente al Commercio, scriveva a collega di giunta Antonio De Santis, il titolare dell'assessorato al Personale. Qui, nella missiva datata 17 settembre, Coia chiedeva di "chiudere almeno questa partita", ossia "l'arruolamento del personale nei centri di formazione professionale e nelle scuole d'arte e mestiere capitolini". Insomma - spiega il Messaggero -, posti di lavoro da sbloccare.
Eppure De Santis non era del tutto convinto, capendo che non c'era margine per la mossa. Una replica che Coia non aveva affatto preso bene: "Mi sarei atteso una maggiore collaborazione da parte tua e del dipartimento Risorse Umane per chiudere la questione; invece con mio grande rammarico ho constatato una forte chiusura". E ancora: "Trovo inaccettabile tale comportamento".
Una battaglia quella dell'assessore M5s dalle tempistiche sospette. Sì, perché se è vero che Coia alle assunzioni lavorava da tempo, è altrettanto vero che un'ammissione vale più di mille supposizioni: "Abbiamo pochissimo tempo prima delle elezioni e certo lasciare una situazione del genere non ci agevola nel raccogliere consensi presso la cittadinanza", aveva confermato. E in tutto ciò la Raggi? Presto detto. "La sindaca ci legge in copia", si legge nella lettera, "e si è dimostrata molto sensibile nei confronti dei ragazzi dei centri". Risultato? La Raggi mandata a casa e Coia senza seggio.