Matteo Salvini avverte Mario Draghi: "Mettilo per iscritto, di chi non mi fido"
Tra Matteo Salvini e Mario Draghi la "riappacificazione" corre su un filo sottilissimo. All'indomani del CdM sulla delega fiscale disertato dai ministri leghisti, a Roma girano voci sempre più allarmate sulla possibile crisi di governo. I due diretti interessati vogliono ricucire e usano toni in apparenza concilianti, ma è lo stesso Capitano che ammonisce e invita il premier "mettere per iscritto nessuna tassa in più". Questo perché, sottolinea il segretario del Carroccio, "di Draghi mi fido", ma il problema è il resto della maggioranza che per dirla con le parole di Edoardo Rixi al Giornale, ormai "mal tollera" la Lega nei dintorni di Palazzo Chigi.
Se Draghi dice "che non aumenterà le tasse, mettiamolo per iscritto - incalza Salvini - . Di lui mi fido, di altri no". "A me interessa che nessun italiano paghi un euro in più - aggiunge -, questo era l'accordo con cui è nato il governo Draghi. Se qualcuno ne paga di meno ne sono felicissimo. Non è una condizione per restare al governo".
D'altronde, aveva ricordato poche ore fa l'ex ministro degli Interni, "il passaggio che porta all'emersione del nero e dell'abusivo va benissimo, ma ogni possibilità attuale o futura di un aumento della tassa sulla casa non potrà mai avere il sostegno della Lega. Io sono in questo governo per ridurre le tasse, non per aumentarle, soprattutto su un bene primario come la casa, di cui 8 italiani su 10 sono proprietari di quella in cui vivono". Intervistato dal Giornale, Rixi, uomo forte della Lega in Liguria, aveva parlato di una "innegabile" tensione nella maggioranza. Se non di "crisi di governo", bisogna dunque parlare perlomeno di "crisi con il governo". E chi ha buone orecchie per intendere, intenderà.