Otto e mezzo, Stefano Feltri imbarazza Orlando: "Pd partito delle tasse, come finirà sulla delega fiscale"
Per molti, le elezioni amministrative hanno partorito il miglior risultato possibile per Mario Draghi. Dopo poche ore, la prima bomba con lo strappo di Matteo Salvini e della Lega sulla delega fiscale. Lilli Gruber, a Otto e mezzo, chiede conto di questo a Stefano Feltri, direttore del quotidiano di De Benedetti Domani, che ha sostenuto la prima tesi.
La patrimoniale mascherata, Enrico Letta guida il fronte: il piano del Pd per rapinare gli italiani
"Beh, i soggetti che possono essere più problematici per Draghi dentro la maggioranza, cioè la Lega e i 5 Stelle, sono usciti indeboliti dalle urne. Salvini sta facendo il solito gioco, sta dentro con la Lega ma fa la fronda, una volta sulle mascherine, una volta sul Green pass, una volta sulla delega fiscale".
Quindi la discussione sul merito della questione, la delega fiscale appunto, che secondo Salvini nasconde un inasprimento della tassazione sulla casa. "La delega fiscale dice cose di buon senso - spiega Feltri -, bisogna spostare le tasse dalle persone alle cose, che in Italia sono essenzialmente gli immobili. Quindi viene avviata una riforma del catasto che il governo Renzi, per paura delle conseguenze in termini di consenso, aveva nascosto dopo aver scritto tutto quanto".
Video su questo argomento"Nessuno pagherà di più o di meno". Draghi e il nodo catasto: cosa prevede la riforma
"Però Draghi ha fatto una mossa un po' furba - prosegue Feltri -. Ha detto che questa riforma calcolerà il valore degli immobili e poi si deciderà se questo ricalcolo porterà più tasse. Salvini dice no perché sa perfettamente che poi le tasse sulla casa saliranno inevitabilmente e vuole solo il condono, la regolarizzazione degli immobili-fantasma. Ora il Pd si ritroverà di nuovo a essere il partito delle tasse, si troverà intrappolato nel decidere se stare col governo per una ridistribuzione delle tasse sulla casa, deve deciderlo se rivendicarlo o nasconderlo". E in studio Andrea Orlando, ministro del Lavoro e big del Pd, ascolta in silenzio visibilmente imbarazzato.