Giuseppe Conte, perquisizioni all'amico dell'ex premier: bomba giudiziaria dopo le elezioni
Dopo la botta alle urne, per Giuseppe Conte arriva un duro colpo anche al suo "cerchio magico". Su disposizione della Procura di Roma, come rivelato dall'agenzia Ansa, sono state effettuate alcune perquisizioni relative all'inchiesta che vede indagato l'avvocato Luca Di Donna e almeno altre tre persone per associazione a delinquere finalizzata al traffico di influenze illecite ed episodi di influenze illecite.
Il sospetto è che Di Donna, ex collega di Conte nello Studio Alpa, abbia cercato di ottenere l'assegnazione di appalti e forniture presso la struttura commissariale per l'emergenza Covid, Mise e Invitalia, queste ultime non interessate dalle perquisizioni. "L'attività istruttoria - si legge - ha riguardato studi professionali e abitazioni degli indagati presso i quali sono stati acquisiti documenti ora al vaglio degli inquirenti".
Così Conte è diventato premier. Avvocati e lobbisti, la mappa dei suoi potentissimi amici (segreti)
Proprio l'inchiesta su Di Donna aveva innervosito non poco Conte, a pochi giorni dalle elezioni amministrative che hanno visto poi il Movimento 5 Stelle colare a picco laddove si è presentato da solo, come a Torino (che aveva amministrato per 5 anni con Chiara Appendino) e a Milano, perdere fragorosamente a Roma (la sindaca uscente Virginia Raggi quarta e fuori dal ballottaggio) e vincere solo quando alleato con il Pd, in posizione peraltro subalterna e marginale (a Bologna e anche "in casa" a Napoli, scavalcato dai dem e dalla Lista Manfredi).
Nel pieno del caso Morisi, a DiMartedì, aveva ribattuto a muso duro ad Alessandro Sallusti e a Giovanni Floris che avevano ricordato come nessun leader politico può oggi dirsi al riparo dalle sorprese delle Procure: "Non diciamo fesserie - aveva replicato l'ex premier, in collegamento -, mi hanno accennato che le questioni sono sempre ricollegabili alle dichiarazioni di tal avvocato Amara e su questo io sono uscito subito, in piena trasparenza. Perché non potrei parlare di etica pubblica, se non chiarissi subito eventuali posizioni, eventuali insinuazioni. L'ho chiarito più volte: che nessuno si azzardi a parlare di questioni che mi riguardano illecite, perché non tollero più".