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Amministrative, Giuseppe Conte travolto dal disastro M5s? "Sotto sotto forse è pure contento..."
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Il primo banco di prova di Giuseppe Conte si traduce in una fragorosa sconfitta su (quasi) tutta la linea. Alle elezioni amministrative il Movimento 5 Stelle di cui è leader da qualche settimana perde in un colpo le sue due città simbolo, Roma e Torino, "sparisce" quando corre da solo (al netto delle storiche difficoltà nei voti locali) e vince solo quando è alleato con il Pd. Qualcuno parlerà del primo flop dell'ex premier, altri dell'eredità velenosa lasciatagli da chi comandava prima. La verità è che l'avvocato ha dato per perse alcune partite e non ha nemmeno provato a metterci la faccia per salvare l'onore, come nella Capitale o a Milano.
E anzi l'impressione è che certe sconfitte possano favorire il suo vero obiettivo: ridisegnare un suo Movimento, anche a costo di vederlo ridimensionare, e trasformarlo gradualmente in un suo "partitino personale". "Sotto sotto, forse è pure contento", suggerisce qualche grillino molto malizioso. Certo è che diventa arduo cavalcare la sua vera ambizione, quella di essere leader non dei 5 Stelle ma di tutto il centrosinistra, con sul groppone una sconfitta di queste dimensioni. Soprattutto considerato il fatto che, tra i due alleati, a uscire ringalluzzito è proprio il Pd.
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I dati delle elezioni amministrative parlano chiaro: Virginia Raggi sindaca uscente di Roma non riesce neppure ad arrivare al ballottaggio. A Milano è umiliante il risultato di Layla Pavone, la "candidata per caso" scelta dal CdA del Fatto quotidiano, che raccoglie le briciole. Una debacle anche a Torino, annunciata: senza Chiara Appendino e senza accordo col Pd, i 5 Stelle si arenano attorno al 10% con la semisconosciuta Valentina Sganga.
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Funziona invece il "laboratorio giallorosso" per cui tanto si è speso l'avvocato. L'alleanza Pd-M5s porta alle vittorie facili al primo turno, quasi scontate, a Bologna con Lepore e a Napoli con Manfredi. Proprio Napoli era di fatto l'unico risultato che stava a cuore a Conte e al Movimento, essendo bacino elettorale dei grillini e "casa" del reddito di cittadinanza. Non a caso, c'è da scommetterlo, sarà forse l'unico risultato che Conte si intesterà, per sopire le contestazioni interne e smentire la copertina che gli verrà appiccicata addosso, quella del "grande sconfitto" alla prima prova elettorale. Eppure, non tutto è oro quel che luccica nel centrosinistra. Perché in Calabria l'asse demo-grillino non regge, travolto da Roberto Occhiuto del centrodestra. Ma di questo, Conte, probabilmente preferirà non parlare.
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