Luca Morisi, le voci: "Rapporti tra escort romeni e la polizia". Tutto per incastrare Matteo Salvini?
Molto non torna nella ricostruzione del "caso Luca Mo risi". Non tornava già prima, e Libero l'aveva scritto. Dopo le interviste che il 20enne romeno ha concesso al Corriere, a Repubblica e alla Stampa torna ancora meno. Ma partiamo dalla novità di giornata (di cui non c'è traccia nelle interviste): «Ci hanno fatto un furto!» avrebbe detto il giovane, secondo fonti vicine all'inchiesta, durante la chiamata ai carabinieri, dopo aver assunto droga. Ma non li aveva chiamati perché stava male? P.R., Petre - ma non sappiamo se sia il vero nome - è uno dei due (o più) escort che avrebbe partecipato al festino -gay a base di sesso e droga a casa di Morisi - ex capo della comunicazione social leghista e che poi si sarebbe sentito male.
I tre quotidiani hanno pubblicato le rispettive interviste al ragazzo, ma questi ha fornito versioni a tratti completamente diverse. Il primo a riportare le contraddizioni più evidenti è stato il collega Alberto Dandolo su Dagospia: Dandolo è giornalista di scoop, gran conoscitore del lusso e del torbido di Milano (da dove sarebbero partiti i due ragazzi direzione Belfiore, nel Veronese). L'elemento più discordante sta nel finale, quando entra in scena la famigerata "droga liquida", forse "Ghb", la droga dello stupro. Da dov' è saltata fuori la bottiglietta? Al Corriere Petre dice così: «Quando sono uscito dalla casa ero strafatto. Chiamo i carabinieri, arrivano. Mentre gli sto raccontando cos' è successo mi viene sete perché sto male e vado a prendere in macchina l'acqua che ho nello zaino, ed è lì che vedo la bottiglietta e la consegno ai carabinieri, dico cos' è e che viene da casa di Morisi. Quella roba era sua. Però io da casa sua casa sono uscito senza lo zaino, si vede nelle foto anche. Lo aveva preso l'altro ragazzo».
VERSIONI DISCORDANTI
Peccato che a Repubblica, evidenzia Dandolo, il giovane abbia detto che la bottiglietta si trovava nel cruscotto della macchina con cui era arrivato, e non nello zaino. Alla Stampa, ancora, Petre racconta: «Non ce l'ho più fatta e sono scappato lungo la strada, fuori mi hanno visto mentre me ne andavo a piedi. Ma mi hanno inseguito e preso. Volevo scappare, sono tornato. Più tardi, quando siamo ripartiti in auto, ho telefonato ai carabinieri». Tre testimonianze diverse e non si capisce nemmeno come ci sia arrivata, la bottiglietta, da casa Morisi all'auto. Andiamo alla "fuga". Versione di Repubblica: «Sono corso fuori, lì davanti al cascinale c'è un viale alberato, mi sono messo a correre lungo la strada. Prima il mio amico romeno e poi Morisi mi hanno seguito». Corriere: «Appena siamo usciti dalla cascina e mi sono un po' ripreso ho visto delle persone. Mi ricordo un signore al quale ho detto: "Ti imploro, chiama la polizia, ho bisogno d'aiuto". Mi ha risposto: "Chi sei? Allora ho chiamato io"». Dandolo solleva dubbi sul "cachet" pattuito per le prestazioni: «4 mila euro, una gang bang con attori porno professionisti sarebbe costata meno». Altri dubbi: «"Ghb" è una droga difficile da reperire, chi la notte la conosce bene sa che a Milano ci sono solo 3 o 4 numeri a cui ci si può rivolgere (...) della stessa famiglia rom, professionisti spietati (...) quei ragazzoni rumeni vantano clienti molto potenti, magistrati, politici, industriali, prelati (uno, dicono, è un famoso cappuccino vicino alla sinistra radical della città)». E ancora, sulla "Ghb": «I rumeni, si sussurra, la recuperano in Olanda e Spagna. Godono di protezione ad altissimi livelli essendo, si vocifera, fidati e storici informatori di più di qualche "divisa"».
PROTETTI AD ALTO LIVELLO
Comunque: se uno sta male chiama i carabinieri o l'ambulanza? Perché Petre s' è raccomandato con l'amico di «conservare tutto» sul telefonino, «le chiamate, una conversazione...»? Ha subito violenza? No. Dopo la perquisizione, in caserma, «confuso» e «strafatto», gli è venuto in mente che «quel signore lì era un politico importante». Cos' altro gli sarà venuto in mente? Ah, saperlo... Intanto Petre ha già dato un nuovo appuntamento al Corriere: domani a Milano, direttamente dalla Romania.